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di ROSSELLA MONTEMURRO
PUNTARE sulla qualità dell’offerta formativa per far emergere il polo materano dell’università degli studi della Basilicata e renderlo un ateneo di riferimento per l’hinterland. E’ una delle strategie che sarà messa in campo per reagire alla riforma in via di applicazione. Se ne è discusso lunedì scorso durante il consiglio del Casd (Centro di Ateneo per i servizi e il supporto alla didattica) alla presenza del rettore dell’Unibas Mauro Fiorentino e del direttore del Casd Ferdinando Mirizzi.
«Dovremo uniformarci alla riforma, potrebbero essere ridotti alcuni corsi anche se al momento non c’è nessuna ufficialità. – spiega Domenico Ferrara, rappresentante del Casd – L’università degli studi della Basilicata ha deciso di investire su alcune nuove facoltà, come Architettura e Scienze della formazione presenti nella città dei Sassi. Per poterle mantenere in piedi, sulla base della riforma, è richiesto un numero di docenti strutturati: sono quindi necessari numeri diversi rispetto ad oggi. Se a questo aggiungiamo i contratti bloccati per l’assunzione di personale, è chiaro che le nuove facoltà avrebbero difficoltà a raggiungere i requisiti minimi per rispondere alla riforma. Si creerebbe così una situazione di forte contrazione, soprattutto nel polo materano».
Al momento, comunque, sono soltanto ipotesi, la riforma è ancora oggetto di studio all’interno dei luoghi preposti.
«Ogni scelta – aggiunge Ferrara – secondo il rettore, dovrà essere basata sulla sostenibilità. Ad esempio, non bisogna pensare di mantenere corsi attivi se questi in qualche modo non si ripercuotono sul territorio: ecco perché la formazione universitaria del polo di Matera dovrebbe puntare sui beni culturali (pensiamo alla facoltà di Lettere con i suoi corsi) e sull’ambiente (Ingegneria dell’Ambiente e del territorio, Architettura, Agraria), due caratteristiche salienti della nostra zona.
In sostanza, è necessario considerare i corsi e le Facoltà presenti in un’ottica di evoluzione, in modo che negli anni possano crescere il più possibile».
Ferrara ricorda inoltre che da sempre gli studenti materani hanno vissuto situazioni critiche legate a condizioni di disparità per una carenza di strutture e di servizi: «E’ indispensabile potenziare alcune cose e sacrificane altre. – conclude Ferrara – Purtroppo nel 2011 chi non ha determinati numeri rischia di chiudere. E non dimentichiamoci che quest’anno la disponibilità finanziaria sarà inferiore di 800.000 euro rispetto al 2008».
Soltanto nelle prossime settimane la situazione assumerà contorni più chiari.

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