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di MARGHERITA AGATA
FERRANDINA – Hanno vinto la loro battaglia.
Dopo due giorni di assemblea permanente per i 27 lavoratori precari del Comune di Ferrandina la parola fine a un’odissea lunga 14 interminabili anni. La stabilizzazione a tempo indeterminato si farà. E per tutti, nessuno escluso.
Il consiglio comunale, riunito in sessione straordinaria e urgente, ha votato all’unanimità l’atto di indirizzo con il quale la giunta dovrà completare il percorso di assunzione in organico di tutte le unità provenienti dal bacino di Lsu e co.co.co.
A sottolineare la soddisfazione per l’esito della votazione un lungo e liberatorio applauso dei 27 precari, che hanno seguito con il fiato sospeso e non senza un pizzico di tensione l’intera assemblea, andata avanti per circa tre ore tra polemiche e rimpalli di responsabilità su quanto si sarebbe potuto fare e non si è fatto negli anni passati.
Alla fine quello che conta è il risultato. Mandati in soffitta esposti e lettere di chiarimento circa la legittimità dell’operazione, maggioranza e opposizione si sono trovati d’accordo sul punto più importante della questione, ovvero che questi lavoratori sono indispensabili per il buon funzionamento della struttura comunale e che la loro stabilizzazione più che un costo rappresenta un risparmio per l’ente.
Sì perché, come è stato spiegato nel corso del consiglio comunale, a cui ha partecipato anche il segretario provinciale della Fnp Cisl, Bollettino, la Regione Basilicata ha messo a disposizione, a partire dal 2009, un contributo di 9.200 euro all’anno per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato anche con orario parziale, come nel caso del Comune di Ferrandina.
Un’agevolazione estesa anche ai lavoratori co.co.co. (la metà dei precari da stabilizzare), attualmente a completo carico del bilancio comunale.
Con l’inserimento a tempo indeterminato in organico, quindi, è evidente che il Comune conseguirebbe un doppio vantaggio: quello di continuare ad assicurare servizi di fondamentale importanza quali l’assistenza ai portatori di handicap, la manutenzione e la pulizia dell’abitato, i servizi di mensa e biblioteca e di supporto agli uffici, e conseguire addirittura un risparmio sulla spesa del personale, dal momento che il costo della stabilizzazione sarebbe a quasi totale carico della Regione.
Ora per i 27 lavoratori non c’è che attendere il passaggio in giunta del provvedimento di immissione in pianta stabile nell’organico comunale.
Un atto che dovrà essere perfezionato entro il 31 dicembre, data fissata dal ministro Brunetta per svuotare la platea di lsu e co.co.co.
Solo allora anche i 27 in attesa di stabilizzazione potranno uscire dal limbo del precariato e definirsi lavoratori a pieno titolo.

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