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di LEO AMATO
POTENZA – Ha smarrito l’aria spavalda immortalata il giorno del suo arresto all’uscita dalla sede del Comando provinciale dei carabinieri di Potenza, nella caserma intitolata a Orazio Petruccelli, verso la fine di via Pretoria, a due passi da quanto resta del castello che fu dei conti Guevara.
Ha perso qualche chilo, e quel sorriso beffardo che ha fatto in breve il giro del mondo. Ha accumulato insofferenza, e si è sfogato coi giornalisti all’ingresso dell’aula Croce, dove di lí a pochi istanti sarebbe cominciata l’udienza per il riesame dell’ordinanza di misure cautelari, che lo scorso 23 novembre lo ha portato in carcere assieme ad altre otto persone, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive, violenze contro gli avversari del Potenza sport club e un tifoso contestatore, più il danneggiamento dell’auto di proprietà di un vecchio responsabile del settore giovanile della squadra. Il presidente ragazzino, 27 anni appena, é sfilato con le manette ai polsi tra due agenti della polizia penitenziaria. Pantaloni jeans, sneakers, maglioncino bianco, e giubbino blu, sportivo ma elegante. La decisione del Tribunale della libertà, presieduto da Lucia Gesummaria e composto a latere dai due giudici Marco Del Vecchio e Ivana Salvatore, è attesa al massimo per giovedì. Giuseppe Postiglione rischia grosso. Se alla fine dovesse prevalere la tesi della procura il suo soggiorno nell’istituto di Betlemme potrebbe prolungarsi fino a sei mesi, rinnovabili se nel frattempo dovesse intervenire la chiusura delle indagini, e una richiesta di rinvio a giudizio. Ieri mattina al primo piano del Palazzo di giustizia giudici e avvocati hanno dibattuto per tre ore e mezza. Si è discusso della posizione del presidente del Potenza calcio, assieme a quella del suo fidato collaboratore, Pasquale Giuzio, del consulente per le questioni economiche e commerciali, il ragionier Aldo Fanizzi, uno degli addetti alla sicurezza, il trentaseienne Michele Scavone, e soprattutto il “capo compare” del gruppo, il “boss” Antonio Cossidente, che per l’accusa avrebbe messo in piedi un’associazione di stampo mafioso operante nel capoluogo di regione, e specializzata nello spaccio di droga, le estorsioni ai commercianti, e l’usura. In merito le attività dei carabinieri del Nucleo investigativo sono ancora in corso. Nonostante tutto all’uscita dall’aula il difensore di Postiglione, l’avvocato Giovanni Sofia del foro di Salerno, è sembrato ottimista. Ha detto che «il collegio ha preso molti appunti», e che confida in una decisione favorevole. L’udienza si è svolta a porte chiuse, ma nei corridoi è trapelato che la difesa del patron del Potenza sport club sarebbe stata centrata sulla mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, e sul carattere episodico dei fatti contestati al suo assistito, «forse discutibili – come egli stesso ha ammesso – ma soltanto sotto un punto di vista morale, perchè non superano mai la soglia delle condotte penalmente rilevanti, e non possono agganciarsi l’un l’altro in un discorso associativo che li riunisca». A detta di Sofia l’accusa avrebbe attribuito «troppa importanza alle parole intercettate al telefono tra persone che riferivano cose senza avervi nemmeno presenziato». Ma nella replica del pm Francesco Basentini ci sarebbe stato ampio spazio per un’integrazione degli atti d’indagine almeno sui passaggi più delicati. Le difese hanno aderito a una questione generale di nullità dell’ordinanza del gip Rocco Pavese avanzata per conto di Michele Scavone dall’avvocato Gaetano Basile per carenza di motivazione. Mentre è apparsa più complessa la difesa del ragionier Aldo Fanizzi, assistito dall’avvocato Leo Chiriaco, che tra le altre cose ha sollevato il tema del utilizzo improprio dello strumento delle intercettazioni. In aula gli indagati erano tutti presenti. Dopo la scarcerazione di Ettore Todaro venerdì scorso, restano ancora da esaminare le istanze presentate dai difensori di Alessandro Scavone, Raffaele De Vita, e Luca Evangelisti, per i quali l’appuntamento davanti giudici del riesame sarebbe stato fissato per venerdì.

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