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La partita tra La Spezia e Rende era dipinta da tutti gli addetti ai lavori come il classico scontro Davide contro Golia. Da una parte, infatti, una squadra a cui era riuscito tutto, nonostante l’incidente di percorso di sabato scorso, e dall’altra un gruppo di atlete valide ma incapaci di trovare la giusta continuità di risultati e prestazioni. Le indicazioni fornite dal match disputatosi nell’impianto ancora imbattuto di Via Federici non hanno mutato la sostanza delle cose. La Spezia lotterà per il salto in A1, non è mistero, ma le cestiste biancorosse, partite alla grande, si sono arrese davvero troppo presto. Ancora fuori i pezzi da novanta Gorla e Crescenzo nelle spezzine, Romano convoca in panca la giovane Zoccali per tamponare l’addio della Castagna. Piove nel palasport spezzino e si levano le proteste di pubblico e staff tecnici. Francamente troppo per una gara del secondo torneo nazionale di pallacanestro. Spavalda la Calabra in apertura, con Laura Nicolini autrice da sola dei 6 punti che nelle primissime battute portano sopra nel punteggio le rendesi (6-4). Le ospiti sembrano rinfrancate soprattutto in zona tiro con un ottimo 4/4. Dall’altra parte del parquet l’ex Carolina Scibelli mostra subito di avere il dente avvelenato (4 punti e 2 rimbalzi nei primi 5′). E’ un Rende in forma quello che chiude il primo periodo in parità (14-14) non sfigurando affatto al cospetto della capolista. Anzi, le atlete biancorosse si mostrano superiori soprattutto nel frangente rimbalzi, dove Iolanda Torre spadroneggia. Granieri e compagne riescono così ad imporre il proprio gioco alle titolate avversarie, tanto da collezionare il primo significativo vantaggio al 12′, quando il tabellone segna il 19-14 appannaggio delle ospiti. Nicolini continua a fare il pieno di canestri ( ben 11 punti dopo 13 minuti) e nonostante un duo Scibelli – Scopigna davvero ispirato, la Calabra sembra tenere dignitosamente alla spinta delle padrone di casa. La gara pero è destinata a imboccare tutt’altra direzione. Subito il sorpasso a opera della forte guardia spezzina (25-24, siamo al 13′), la Calabra Maceri non riesce a tenere il passo Dopo un avvio incoraggiante quanto a precisione nelle soluzioni, si ripresenta il vecchio vizietto dell’errore facile sotto le plance (10/27 da 2 e 1/5 da fuori nella prima metà di gara). La bomba da 3 della Sonaglia fa il resto e la Virtus torna negli spogliatoi con un rotondo + 8 da gestire (35-30). La crisi delle calabresi si rivela purtroppo irreversibile e messa impietosamente a nudo da uno Spezia che scoppia di salute, preso per mano dalle triple di Scopigna e da una Scibelli (23) formato maxi. L’ultimo cenno di vita è quello lanciato da Francesca Strano che da 3 infila l’effimero -5 poco dopo il ritrono dalla pausa (35-30). Romano rischiatutto impostando la zone press, che tradotto in parole povere significa più spazio alle tiratrici avversarie, ma una maggiore opposizione alle penetrazioni. Se la mossa aveva avuto del miracoloso a Orvieto, stavolta non è riuscita a scombussolare le coordinate di un match già compromesso. La Calabra precipita, colpa del mini parziale di 22-12 maturato tra seconda e terza frazione, a cui fa seguito il -21 sulla tripla di Baggioli (64-43).

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