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Il gup del Tribunale di Catanzaro, Abigail Mellace, davanti al quale il 15 gennaio comincerà il processo Why Not per gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato, è sposata con un imprenditore, Maurizio Mottola Di Amato, che avrebbe avuto rapporti con Antonio Saladino, l’ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria, imputato nel procedimento perchè ritenuto uno dei protagonisti della vicenda.
La notizia apparirà domani sull’Espresso e il settimanale ha fornito un’anticipazione. «Leggendo il decreto di perquisizione – scrive il settimanale – eseguito dalla Procura di Salerno il 2 dicembre del 2008 per valutare la correttezza dei magistrati catanzaresi nell’inchiesta Why not, si arriva al passaggio in cui l’ex titolare dell’indagine, Luigi De Magistris, analizza davanti ai colleghi il materiale sequestrato a Saladino. E consultando questa documentazione, agende, rubriche, biglietti da visita e altro, indica tra ‘gli atti di interesse investigativo’ il ‘riferimento’ all’imprenditore Maurizio Mottola Di Amato e alla sua società Impremed.
Il problema – dice l’Espresso – è che Mottola non è un signore qualsiasi, ma è sposato con il giudice Mellace, da cui dipende la sentenza su Saladino. E che nel corso di una perquisizione negli uffici di Saladino, avvenuta l’8 febbraio del 2007, è stato sequestrato il biglietto da visita di Mottola con i numeri del telefono fisso e di quello cellulare. Quanto di meno opportuno possa capitare per il gup Mellace, che nonostante questo dovrebbe pronunciarsi su un imputato come Saladino a quanto pare in contatti con il marito».

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