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di PAOLO NACCARATO*
Caro direttore, l’indizione per il 10 gennaio 2010 delle elezioni primarie per la selezione dei candidati alla elezione del presidente della giunta regionale è un evento di assoluta straordinarietà che pone la Calabria all’avanguardia in materia di selezione di candidati a cariche elettive affidando tale individuazione esclusivamente al “sovrano” reale che è il popolo.
Si reagisce così a una sorta di assuefazione al metodo oligarchico di individuazione degli eletti e ci si afferma come un laboratorio che esalta la partecipazione popolare e rafforza il metodo democratico. L’iter della legge regionale numero 25/2009 non è stato né semplice né facile. I contrasti sono stati anche duri, le diffidenze enormi, le contrarietà non irrilevanti e tuttavia, un paziente lavoro fatto di dialogo e di confronto ha fatto vincere l’intelligenza della ragione e consegna oggi nelle mani dei cittadini calabresi lo scettro di una decisione che altrimenti sarebbe stata presa altrove. Sì altrove, e considerate le dure polemiche politiche che da settimane investono tutti gli schieramenti come spesso è accaduto, tutto sarebbe stato avocato a Roma dove avrebbero prevalso ben altre logiche per individuare il candidato presidente. Ci sono ancora alcuni giorni per avanzare candidature, ed è auspicabile che nessuno si sottragga a questo appuntamento (i costi non cambiano) e anzi, se mi posso permettere, considerate le traversie del centrodestra, mi chiedo se anche per questo schieramento le primarie non rappresentino una opportunità in più. Fin qui hanno dichiarato di volersi misurare in questa sfida naturalmente il presidente Loiero, ma anche il presidente Bova e l’onorevole Lo Moro. “In bocca al lupo” a tutti! Spero che i candidati tutti insieme spieghino bene perché questa può e deve diventare una grande opportunità di partecipazione popolare e di esercizio dei democrazia diretta insieme alla presentazione di idee e programmi che siano fortemente rivolti a fare avanzare la Calabria sulla strada della modernità e del cambiamento, mobilitando e motivando i propri sostenitori. Non ho alcun titolo ma se mi è consentito sul piano più squisitamente politico penso che a oggi la candidatura di Peppe Bova, che si è autodefinito con quella autoironia che lo contraddistingue come un novello Davide che si oppone a Golia con le sembianze di Agazio Loiero (e pensandoci bene non ha torto per molti motivi!), presenta aspetti che io considero molto positivi. Blinda le primarie e attenua di molto anzi forse annulla le tentazioni di chi ancora pensa nel centrosinistra che sarebbe meglio non farne nulla. Ricordo che Loiero e Bova da soli sono ben oltre la maggioranza dell’intero Pd. Il secondo aspetto: Bova scende in campo non “contro” ma per far vincere il centrosinistra, anzi oserei dire per far vincere un nuovo centrosinistra, possibilmente con l’apporto importante dell’Udc e non esclude affatto che possa essere guidato da Agazio Loiero una volta uscito vincitore dalle primarie. Mi sembra un buon passo in avanti considerato che, fino a pochi giorni fa, anche con me il presidente del consiglio regionale si mostrava dubbioso e pessimista sulla possibilità di vittoria della maggioranza uscente. E poi ancora, malgrado le diverse sensibilità e i diversi caratteri, le differenze culturali e di formazione (Loiero e Bova pur venendo da un diverso cursus politico si sono formati a gloriose scuole di partito) sono convinto che non sarà difficile – con la necessaria buona volontà – trovare un’intesa come suol dirsi onorevole. Là dove ha prevalso un affievolito rapporto di fiducia personale che ha influenzato molto scenari e decisioni nei mesi scorsi, dovrà ora far trionfare con sano realismo la necessità di ritrovarsi per fare una battaglia comune alle elezioni regionali, rilanciando un indirizzo politico volto al forte cambiamento riformista della regione al fine di completare un positivo lavoro avviato dal 2005. Anche se in tanti nei mesi scorsi hanno attivamente operato per alimentare fra di loro un clima di sospetti e forse di dispetti, accompagnandoli verso un allontanamento l’uno dall’altro. Se uniti avrebbero potuto rappresentare un’insidia formidabile per tanti alla ricerca di spazi per se stessi. Tutto sommato se Bova non si fosse coerentemente candidato sarebbe stato peggio anche per il Pd. E naturalmente considero in modo assoluto che sarebbe stato ancora peggiore, anzi irrimediabile rispetto all’esito finale, la non candidatura di Agazio Loiero. E sono certo che Loiero, al di là di normali passeggere irritazioni che sempre in politica si verificano, ha considerazione per l’intelligenza politica di Bova e che il loro confronto avverrà sicuramente su di un piano di assoluta correttezza e rispetto, quasi che i cittadini possano riscontrare un “idem sentire” circa la responsabilità di lavorare insieme per far fare alla Calabria quel definitivo salto in avanti, facendola finalmente diventare una regione normale. A tale impegno e a tale spirito spero che si conformi anche l’onorevole Lo Moro, sapendo generosamente mettere da parte risentimenti e ripicche, e contribuendo invece a costruire un percorso che comunque li vedrà sullo stesso fronte. Del resto ricordate le interminabili dispute all’interno dei grandi partiti della Prima Repubblica e in particolare fra le correnti della Dc a me tanto cara? Ecco queste primarie in certa misura mi fanno rivivere un congresso della Democrazia Cristiana e, come la storia di quel glorioso partito insegna, dopo le più insanabili divisioni interviene sempre l’unità, la coesione, il senso di responsabilità che fa avanzare l’intendimento di marciare divisi ma di colpire uniti. Del resto, se Sparta piange Atene non ride e in questo quadro le primarie assumono un valore ancora più significativo: chiedo scusa se insisto ma non farebbe bene il centro destra a riflettere con spirito più aperto partecipando anch’esso? Penso che ne trarrebbe ottimi vantaggi. Mi rendo conto che probabilmente queste mie riflessioni non faranno piacere a tanti ed in primo luogo forse proprio a Loiero ed a Bova. Ma io che ho vissuto tutti questi mesi nel crocevia dei loro rapporti e nell’impegno di costruire il percorso del pacchetto riforme Loiero-Bova, che con l’esame delle modifiche alla legge elettorale sta per concludersi, mi sono sempre più convinto che se si trascurano alcune spigolature caratteriali, sono molte di più le cose che li uniscono che non quelle che li dividono. E del resto non sono solo nello stesso partito, ma addirittura nella stessa area. Semmai, più in generale, a tutti i candidati alle elezioni primarie, nessuno escluso, nell’ambito dei rispettivi schieramenti mi sentirei invece di chiedere un pronunciamento su un impegno d’onore: chiunque perde si batterà con convinzione a sostenere il vincitore delle primarie del proprio schieramento politico senza alcuna furbizia o tentazioni scissionistiche o peggio dispetti elettorali. Dire una parola netta su questo sarebbe già un bel passo in avanti che i cittadini apprezzerebbero. Per di più una solenne e pubblica dichiarazione in questo senso manderebbe in soffitta definitivamente l’azione di tanti dietrologi che, appassionati di trame e di retroscena, ritengono che in fondo fra due litiganti può sempre godere un terzo (interno o esterno che sia; ma in quel caso deve pur mettere in conto che il Pd potrebbe anche rimanere orfano sia di Loiero che di Bova.).

*Già sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio

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