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QUELLA che il documento di sintesi chiama “l’armatura” del potentino richiama una serie di «nodi territoriali», ovvero una sommatoria (dislocata non sempre in modo omogeneo) di insediamenti produttivi, di servizio e attività terziarie. Ciascuna con le proprie peculiarità e la sua storia, ciascuna con una vocazione che, nel tempo, sta subendo, in molti casi, una trasformazione.
L’area industriale di Potenza
«Da anni – spiega il documento – è investita da un processo di terziarizzazione che sta provocando il progressivo allontanamento o la dismissione delle originarie attività industriali e la rapida localizzazione di attività commerciali e terziarie». Per questo è necessaria «una riprogettazione dell’area sia in termini di rapporto fra le aree private e le aree pubbliche o di uso pubblico destinate a standards (come parcheggi e verde) sia in termini qualitativi». E’ chiaro che in questo quadro non si può fare meno del dialogo con il consorzio per lo sviluppo industriale che ha più volte spiegato, nelle parole del commissario Ernesto Navazio, come vada al più presto completato il passaggio della competenza al comune. «Rimarrebbe nella competenza dell’Asi la zona che va dall’ex depuratore fino all’altezza di Bucaletto», mentre secondo le intese, la prima fase del programma di trasferimento prevede che, «da subito», passino allacompetenza pianificatoria del comune l’area del ponte Musmeci e quella del campo di calcio della Fgic e dell’ex Cip Zoo. Servono dettagliati passaggi tecnici e burocratici, ma esiste «la reale possibilità di «rendere disponibile un’area di elevata qualità funzionale e su cui si possono ipotizzare diverse “destinazioni”. Tra gli indirizzi ecco allora emergere, per l’area della ex Cip Zoo, «un utilizzo comunque legato ad attività culturali integrate con altre funzioni (tra gli esempi, un centro congressi, sedi di rappresentanza, biblioteca, auditorium) Sedi Istituzionali), «magari in una ottica di creazione di un polo del terziario pubblico in collegamento a quello già esistente nella zona del Gallitello». E sempre in tema di area industriale il documento di sintesi richiama anche la più volte sollevata ipotesi di delocalizzazione dello stabilimento siderurgico Pittini: ma l’operazione r«ichiede un’area di 50 ettari, infrastrutturata ed energizzata, nonchè di un tempo minimo di tre anni». All’interno dell’area interessata dal psm «appare difficile trovare un’area con tali caratteristiche». In ogni caso, l’avvertenza è chiara: nel piano dovrà comunque essere fatto ogni sforzo per tutelare e mantenere le attività produttive già esistenti.
L’area industriale di Tito
Anche quest’area è da anni interessata da un profondo processo di trasformazione delle destinazioni d’uso, con nuove funzioni più “terziarizzate” e commerciali. «E’ inoltre da valutare, prosegue il documento – la possibilità di ospitare attività industriali che dovessero essere allontanate dall’area Asi di Potenza, a seguito della definitiva terziarizzazione della stessa». Ecco, tra i suggerimenti, un prevedibile accenno all’idea di «ubicare il nuovo polo fieristico regionale nell’area industriale di Tito, in corrispondenza dell’ex Liquichimica», magari, è il suggerimento, facendo ricorso all’iniziativa mista pubblico-privata, «attivando una procedura di bando per la scelta della parte privata». Con la consapevolezza che «dovrà porsi particolare attenzione allo stato di inquinamento del sito».
Gli insediamenti di Vaglio
e San Nicola di Pietragalla
La due aree sono dislocate lungo la Potenza – Melfi e la Superstrada Basentana, queste due aree e sono di «relativa» recente formazione: «Sono prevalentemente occupate da attività produttive e commerciali – è la premessa per gli indirizzi suggeriti – e sono di dimensioni e consistenza più contenuta delle aree industriali, ma rivestono importanza strategica in funzione della loro collocazione territoriale, in corrispondenza di importanti snodi infrastrutturali».
Ancora una volta altre istituzioni, non solo le amministrazioni coinvolte, sono chiamate al tavolo della concertazione e delle decisioni. Il Consorzio industriale in prima fila.

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