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di MARGHERITA AGATA
VALBASENTO – Sono arrivati di buon’ora, ieri mattina, davanti al piazzale dell’area industriale di Pisticci scalo.
Da una parte i lavoratori della Green Leather, “freschi” di avviso di licenziamento, dall’altra gli ex dipendenti della Soften che ha ufficializzato la cessazione dell’attività appena una settimana fa. Insieme hanno tappezzato di striscioni i cancelli. Un’occupazione simbolica per accendere i riflettori su due vertenze dimenticate.
Tutti fuori a manifestare. Ma questa volta niente blocchi, solo slogan. Con loro, in segno di solidarietà anche il segretario organizzativo della Filtcem Cgil Maurizio Girasole. A sfidare il freddo e l’indifferenza delle istituzioni settanta operai tra Soften e Green Leather. Storie diverse, un destino comune. Sui volti la stessa rabbia, la stessa preoccupazione per il futuro. Non si muoveranno da lì se non avranno precise garanzie sulla proroga degli ammortizzatori sociali e sulle prospettive di reindustrializzazione delle due fabbriche. Entrambi i siti, macchinari compresi, infatti, sono a disposizione della Regione per una eventuale riconversione.
E per Green Leather, a quanto pare, ci sarebbe pure l’acquirente. Una manifestazione di interesse sarebbe stata presentata nell’ultimo Bando di reindustrializzazione dei siti dismessi della provincia di Matera a cui hanno risposto ben 40 aziende. «Ma se questa è cosa nota per il Dipartimento alle Attività produttive – rileva il sindacalista Girasole – non è scontato che lo sia anche per quello della Formazione e Lavoro. Con la soppressione della Task force per l’occupazione, inevitabile che la comunicazione tra dipartimenti sia diventata più complessa e meno immediata». A farne le spese i lavoratori. E che, per affrontare la questione Soften ( i 29 dipendenti attendono il via libera a un accordo di cassa integrazione biennale da sottoscrivere presso il Ministero del Lavoro) sia stato convocato un incontro per stamattina alle 10, alle Attività produttive non è certo sufficiente a tranquillizzare gli animi. I lavoratori su questo punto sono stati fermi: lo stato di agitazione non rientrerà fino a quando non sarà messo tutto nero su bianco al Ministero del Lavoro. La data probabile è quella del prossimo 30 dicembre. Stessa musica per i 38 della Green Leather, anche se in questo caso il tavolo di trattativa è locale. Sarà mobilitazione ad oltranza fino a quando la Regione non avrà convocato un tavolo per attivare o una proroga della Cig in deroga (rigettata dal Dipartimento Formazione e Lavoro per mancanza dell’Accordo quadro per il 2010) o per un periodo di mobilità, in attesa della valutazione della proposta di acquisto del sito. Certezze è quello che i lavoratori invocano a gran voce. Per il momento l’unica è il licenziamento.

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