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Dieci milioni di euro da devolvere in beneficenza: tanto chiede allo Stato Clemente Mastella per essere risarcito dei «gravissimi danni materiali, morali e all’immagine» subiti a seguito dell’operato dell’ex pm di Catanzaro Luigi de Magistris che nel 2007, nell’inchiesta ‘Why not’, lo indagò per presunti illeciti nell’uso dei fondi europei. Da quell’inchiesta il leader dell’Udeur è uscito del tutto nell’aprile del 2008, quando il gip di Catanzaro Cristina Macrì archiviò la sua posizione ritenendo che non ci fossero nemmeno i presupposti per indagarlo. Passato oltre un anno, nel corso del quale sul caso de Magistris due uffici giudiziari (Salerno e Catanzaro) si sono dati battaglia l’un contro l’altro fino al punto di provocare il severo intervento del Capo dello Stato, del Csm e del ministro della Giustizia Angelino Alfano, Mastella presenta il conto per quella che ha più volte definito la sua «eliminazione politica» per via giudiziaria. «Mastella è sempre comico», replica de Magistris, ora europarlamentare dell’Idv, che scrollando le spalle non vuole commentare la richiesta dell’ex ministro della Giustizia che con un’azione disciplinare lo fece trasferire da Catanzaro: “appanna la mia immagine», dice poco prima di presentare il suo libro, “Giustizia e politica” (Editori Riuniti). Ora che è indagato per associazione a delinquere assieme alla moglie Sandra Lonardo nell’inchiesta sulla gestione dell’Arpac condotta dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, Mastella passa al contrattacco perchè non sia dimenticato come è andata a finire con l’indagine di De Magistris. Perciò ha dato mandato ai suoi legali di agire «in tutte le sedi giudiziarie, nazionali ed europee, sia in sede civile che penale» per i danni che gli sono stati causati dall’inchiesta di Catanzaro. Se a Mastella verrà data ragione, a pagare sarà lo Stato italiano (così infatti prevede la legge sulla responsabilità civile dei magistrati). Ma l’ex ministro della Giustizia, ora europarlamentare nelle fila del Pdl, ritiene di avete ragione da vendere visto che il gip di Catanzaro ha stabilito che «mancavano completamente le condizioni dell’avvio dell’indagine penale» a suo carico. Ad uscire dall’inchiesta, lo scorso novembre, è stato anche l’ex premier Romano Prodi, per il quale il gip ha stabilito che è da ritenersi «non accertata l’esistenza e l’operatività della loggia di San Marino», mentre i rapporti tra Prodi con altri indagati erano solamente per fini politici. Se de Magistris non intende dar peso alla mossa di Mastella, a parlare per lui sono alcuni passaggi del suo libro-intervista, presentato oggi in una sala dell’hotel Barberini affollatissima di fan con sciarpa viola reduci dal ‘no-B day’, pensionati che dichiarano di votare Idv e gente comune: Giustizia e potere – scrive de Magistris – non possono coincidere in quanto la giustizia, per realizzarsi, si mette contro i poteri. I poteri di per sè tutto realizzano fuorchè la giustizia. Basti pensare al potere economico, finanziario e quello statuale, governativo o parlamentare, che realizzano anche le più profonde ingiustizie”

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