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E’ scomparso all’alba di oggi a Cambridge all’età di 80 anni dopo una lunga malattia il critico Beniamino Placido. Era nato nel 1929 a Rionero in Vulture, in provincia di Potenza. Giunto a Roma per ricoprire, dopo aver vinto un concorso, la carica di consigliere parlamentare della Camera dei deputati, è stato titolare dell’ufficio di segreteria della commissione Agricoltura. Negli anni Sessanta si recò in America per studiare letteratura e, tornato in Italia, ebbe la cattedra di Letteratura anglo-americana all’università ‘La Sapienzà di Roma. È stato per molti anni il critico televisivo di ‘Repubblicà, giornale per il quale scrisse nella ‘terza paginà articoli e saggi di letteratura e di costume. Sul tema televisivo ha pubblicato «Tre divertimenti: variazioni sul tema dei Promessi Sposi, di Pinocchio e di Orazio» nel 1990, composizioni giocose ed esercizi di stile sulla Tv e «La televisione col cagnolino» nel 1993, in cui un celebre racconto di Anton Cechov diventa lo spunto per meditare sul funzionamento della tv. In televisione è apparso nei programmi «16 e 35» (1978), «Serata Garibaldi» (1982) ed «Eppur si muove» (1994), mentre ha recitato nei film «Come parli, frate?» (1974) e «Io sono un autarchico» (1976) di Nanni Moretti. Come disse lo stesso Placido, per lui il mestiere di critico televisivo significava «affacciarsi alla finestra e vedere che cosa accade, chi passa, che cosa si dice. Nè più nè meno».

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