X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

Operazione della Polizia di Stato di Reggio Calabria per l’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di affiliati alla ‘ndrina Bellocco di Rosarno (Rc) per associazione per delinquere di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni.
Le indagini, condotte da personale della squadra mobile di Reggio e Bologna, hanno accertato l’appartenenza degli indagati alla ‘ndrangheta di Rosarno e in particolare all’associazione mafiosa dei Bellocco, che esercita il potere criminale in quel comune e nel territorio della Piana di Gioia Tauro.
Tra i destinatari delle misure cautelari figura il boss detenuto Carmelo Bellocco, al quale viene contestato il ruolo di direzione dell’associazione, con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni delittuose da compiere, degli obiettivi da perseguire e delle vittime da colpire, impartendo direttive alle quali tutti gli altri associati danno attuazione.
Nel corso dell’operazione la polizia ha proceduto al contestuale sequestro preventivo di beni mobili e immobili, attività commerciali, conti correnti, ditte individuali e societarie ed autovetture per un valore complessivo di svariati milioni di euro.
L’operazione prende spunto da un’indagine della polizia che nel luglio scorso aveva portato all’esecuzione di alcuni fermi nei confronti di affiliati all’’ndrangheta che avevano realizzato una base operativa criminale a Bologna e in altri centri dell’Emilia Romagna. L’operazione non ha nulla a che vedere con gli incidenti accaduti nei giorni scorsi a Rosarno legate alle presenze degli immigrati.

COLPO ALLA COSCA BELLOCCO
La cosca Pesce-Bellocco esercita il suo potere su Rosarno, ma estende i suoi interessi sino a Gioia Tauro, dove, con le cosche locali Molè e Piromalli, si divide gli affari legati alle attività del porto. Ma gli interessi dei Pesce-Bellocco non si fermano al territorio che controllano direttamente ma si estendono anche al nord dove loro affiliati hanno messo base, soprattutto il Lombardia. La consorteria mafiosa gestisce tutte le attività illecite sulla piana di Gioia Tauro. Gli interessi spaziano dal traffico degli stupefacenti e delle armi, alle estorsioni e all’usura. Ma una delle principali fonti di ricchezza, secondo quanto emerso da numerose inchieste, resta l’infiltrazione nell’economia locale attraverso il controllo e lo sfruttamento delle attività portuali. La movimentazione dei container nel porto è un affare così ricco che le cosche della piana non hanno avuto difficoltà a spartirsi «la torta» superando ogni rivalità e raggiungendo un accordo per acquisire il completo controllo di ogni attività. I Pesce-Bellocco hanno messo le mani anche sugli appalti per i lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria alleandosi con le altre famiglie della costa tirrenica vibonese e reggina per spartirsi i tratti di competenza. Un affare che si traduceva nell’estorcere alle imprese aggiudicatarie il 3% del valore degli appalti e imponendo il ricorso a società di riferimento per la fornitura di materiale e servizi. Un affare da svariate decine di milioni di euro. Nella Piana di Gioia Tauro, oltre al porto e agli appalti, un settore di interesse delle cosche locali è quello agricolo, per le opportunità di lucro derivanti sia dalla ‘guardianià dei fondi che dalle frodi ai danni dell’Aima e dell’Inps.

I DESTINATARI DELLE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE
Carmelo Bellocco, di 54 anni, detenuto presso la casa circondariale di Nuoro; Domenico Bellocco, (30), detenuto presso la casa circondariale di Viterbo; Maria Teresa D’Agostino, (51), detenuta presso la casa circondariale di Vigevano; Antonino Scordino, (30), residente a Rosarno; Domenico Bellocco, (33) residente a Rosarno; Antonio Bellocco, (30), detenuto presso la casa circondariale di Reggio Calabria; Francesco Bellocco, (21); Angelo D’Agostino, (28); Maria Stella Zungri, (25);. Alfredo Romeo, (37); Filippo Scordino (59); Elisabetta Maiolo, (32), residente a Rosarno; Luigi Amante, (20); Giuseppe Spasaro, (55); Annunziato Barrese, (38) (nella foto); Antonella Mirenda, (23), e Alessandro Mercuri, (28), tutti residenti a Rosarno.

I BENI SEQUESTRATI
Ammonta ad alcune decine di milioni di euro il valore dei beni sequestrati dalla Polizia nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto di 17 persone presunte affiliate alla cosca Bellocco della ‘ndrangheta. I beni sequestrati consistono in due ditte individuali, due società di capitali, due supermercati di notevoli dimensioni, tre automobili di grossa cilindrata ed una minicar. Tra gli arrestati figurano anche le persone cui i capi della cosca Bellocco avevano intestato fittiziamente i beni. Le persone che risultavano proprietarie delle imprese e degli esercizi commerciali sono accusate di intestazione fittizia di beni.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE