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La deputata Maria Grazia Laganà, vedova di Franco Fortugno, è stata sentita stamani dai giudici del Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito del processo all’ex consigliere regionale Domenico Crea ed al figlio Antonio nell’ambito dell’inchiesta «Onorata società». La parlamentare ha ribadito «le preoccupazione del marito per la candidatura di Crea nella lista della Margherita. Non lo riteneva giusto per motivi morali e politici e lo disse anche all’on. Nicodemo Oliverio ed al presidente Loiero, il quale condivise quelle preoccupazioni». Maria Grazia Laganà, inoltre, ha confermato la deposizione di Loiero nella parte in cui sarebbe stato l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Marco Minniti «a dare assicurazioni che non c’erano problemi su Crea». La deputata ha anche parlato delle elezioni provinciali a Reggio Calabria nel 2006, quando la Margherita presentò due liste, di cui una formata da suoi sostenitori e da Crea. «Una soluzione imposta dal partito all’ultimo momento – ha detto la deputata – Almeno questo ci fu detto da Luigi Meduri e Demetrio Naccari, che io subii, evitando però di fare alcuna iniziativa elettorale». Il Tribunale ha anche ascoltato la testimonianza dell’on. Doris Lo Moro, già assessore regionale alla Sanità. «Non ho partecipato – ha detto – a trattative per l’assegnazione di assessorati. Dico però che Loiero insistette molto affinchè io assumessi la delega alla Sanità. Di Villa Anya venni a conoscenza a seguito dell’avvio delle inchieste giudiziarie e dopo mesi dall’omicidio Fortugno. Della vicenda mi fu riferito dal direttore generale dell’assessorato alla sanità Vincenzo Faillace e da Giuseppe Biamonte,dirigente dello stesso assessorato, il quale mi disse che aveva anche incontrato il consigliere Domenico Crea su richiesta della segreteria del presidente Loiero. Della cosa rimasi molto contrariata poichè avevo impartito disposizioni che ogni richiesta proveniente da politici doveva essermi comunicata tempestivamente».

«Io condividevo le perplessità di Franco Fortugno circa la presenza nella lista della Margherita alle regionali del 2005 di Crea, ma da Roma, Nicodemo Oliverio, a nome di Franco Marini, mi comunicò l’ufficializzazione dello stesso Crea, che proveniva dal centrodestra, nel centrosinistra». È uno dei passaggi della deposizione del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Iside Russo. Loiero ha risposto per circa due ore ai pm Marco Colamonici e Mario Andrigo, e agli avvocati dell’ex consigliere regionale Domenico Crea e del figlio Antonio. I due, attualmente detenuti, sono processati per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta «Onorata sanità» su presunti intrecci tra politica e ‘ndrangheta nella gestione del settore della sanità nel reggino che, secondo l’accusa, ruotava intorno a Villa Anya, una struttura per anziani la cui proprietà è riconducibile ai familiari dell’ex consigliere regionale. Il Presidente della Regione ha riferito di un incontro all’aeroporto di Lamezia Terme, presenti Sergio D’Antoni, Franco Marini e Nicodemo Oliverio, nel corso del quale gli fu chiesto quale sarebbe stato il criterio di nomina degli assessori in caso di vittoria del centrosinistra, «poichè si riteneva che Crea avrebbe avuto molti voti e potesse risultare il primo degli eletti della Margherita a Reggio. Della forza elettorale di Crea, mi informai attraverso i canali istituzionali, da Marco Minniti, dirigente nazionale dei Ds, per avere egli ricoperto incarichi delicati perchè teneva i rapporti con i servizi segreti nei gabinetti D’Alema e Amato, e mi fu risposto che non c’erano problemi». I pm hanno chiesto a Loiero se avesse appoggiato o meno Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale ucciso a Locri nell’ottobre 2005, alle elezioni regionali di quell’anno. «Dopo averlo incontrato a casa mia – ha detto Loiero – ad una settimana dalle elezioni, decisi con molta discrezione di appoggiarlo attivandomi con tre medici della provincia di Reggio Calabria, Aldo Chiefari, Pino Gentile e Mimmo Dato, che conoscono da moltissimi anni, i quali contribuirono al successo elettorale di Fortugno». Colamonici ha chiesto anche a Loiero «se Crea chiese di essere recuperato dopo la mancata elezione, per essere nominato a dirigere qualche ente», e Loiero ha negato la circostanza.

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