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BISOGNA oggettivamente iniziare a capire, al di là di quello che potrà dire il campo per la trasferta alle porte, quali prospettive ci sono per il Potenza. Tanto a livello tecnico quanto a livello societario. L’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’amministratore unico Donato Arcieri (che si era chiesto dove fosse la città, l’imprenditoria che non aiuta il club) potrebbe non essere caduto nel vuoto. O, quantomeno, potrebbe aver generato un minimo di reazione tra tutti quelli che vogliono bene al Potenza e, in questa fase assolutamente delicata, cercano di intuire, per usare un gergo, di che morte si deve morire.
Partendo con ordine, la primaria esigenza, anche in relazione alla tempistica più lunga che impongono gli atti della magistratura ordinaria e sportiva in primis, è legata al fattore-campo.
Il Potenza ha il primo compito di salvarsi dalla retrocessione. Per farlo, lasciando ampio consenso alle parole pronunciate da Ezio Capuano e Vittorio Galigani, servono alcuni rinforzi di categoria entro il termine dell’1 febbraio. Ok la politica dei giovani per salvare le casse societarie, per avere contributi a fine stagione, ma se il prezzo da pagare rischia di diventare una retrocessione, allora, forse è meglio pensarci. Anche perchè nell’immaginario collettivo, per evitare conseguenze peggiori a livello di giustizia sportiva, una cosa è venire giudicati in Prima Divisione, un’altra partendo da una retrocessione sul campo in Seconda.
E da questo punto di vista, anche considerando il “lavoro sottotraccia” che l’amministrazione comunale sta facendo o che potrebbe apprestarsi a fare, potrebbe considerarsi non proprio impossibile, nello stretto giro di un paio di giorni, mettere attorno allo stesso tavolo 5-6 imprenditori amici del Potenza con il fine di raggranellare un po’ di euro freschi per rinforzare la squadra, secondo i dettami del tecnico Capuano.
Potrebbe essere questa la prima mossa per aprire le porte assolutamente blindate della società e per iniziare ad addentrarsi nei suoi “meandri” e capire meglio dall’interno quale futuro potrà delinearsi fino a giugno o subito dopo. Che situazione patrimoniale c’è, quanti esborsi ancora sono dovuti o verranno fuori successivamente tanto da “incidere” sulla fideiussione posta a garanzia di questo campionato per il Potenza.
In altre parole, allargando in un secondo momento il giro degli “amici del Potenza”, si potrebbe iniziare in tempo a pensare se davvero quello che sta accadendo in questi giorni è l’inizio della fine oppure se c’è una luce dopo il tunnel.
Che ci sia già qualcuno sul territorio cittadino che sta lavorando in tal senso o che ha iniziato già a valutare una siffatta ipotesi, è un dato di fatto. Che ci sia stato anche un primo approccio con Arcieri non è smentibile. Oltretutto non si parla sempre dei soliti nomi, ma anche di qualche altro nome nuovo che, in passato, aveva ipotizzato di aiutare Postiglione che chiedeva una mano (siamo più o meno a metà settembre, anche con l’intermediazione del sindaco Santarsiero). Ebbene, questi potrebbero essere i giorni giusti per operare tanto sul fronte del calciomercato, quanto su quello delle prospettive societarie senza per forza scomodarsi in discorsi panegirici su azionariato popolare e ipotesi assai complesse di sostituzione della proprietà della società.
In questa fase serve intervenire concretamente e in fretta. Se le idee già ci sono che cosa si deve attendere per metterle in essere, per cercare la piena disponibilità anche degli attuali dirigenti della società? Oltretutto con il grande punto interrogativo di una giustizia sportiva, che chissà mai quale corso prenderà, nessuno potrebbe mettere in dubbio la buona fede di chi vuole intervenire ora senza avere certezze prossime. Guai a pensare a sinistri avvoltoi che attendono di vedere il cadavere altrui. La situazione attuale non ammette dietrologia o falso perbenismo: va salvato un capitale cittadino muovendosi per gradi. E se pure vien fuori all’improvviso la disponibilità di qualcuno, perchè scandalizzarsi?
Resta un interrogativo di fondo. A chi spetterà la prima mossa? Il ruolo dei mass media può essere fondamentale in tal senso, anche per fornire un appoggio a chi intenda uscire allo scoperto. Da parte nostra l’invito è lanciato e le nostre colonne, anche per promuovere altri tipi di iniziative volte a dare un barlume di speranza al calcio potentino, sono aperte a chiunque.
Alfonso Pecoraro

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