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«Esprimo tutta la mia solidarietà al pm Giuseppe Lombardo nella consapevolezza che non si farà e non ci faremo intimidire dalla ‘ndrangheta, che continua ad attaccare lo Stato perchè ha capito la serietà e la forza con cui il Governo sta intervenendo». Lo ha detto. «Il nuovo episodio di intimidazione nei confronti del pm Lombardo -ha aggiunto il Guardasigilli – è il sintomo più evidente della grande preoccupazione delle cosche per l’azione dello Stato. Riteniamo che i molti colpi inferti negli ultimi tempi alle organizzazioni malavitose stiano pervenendo ad un grado di efficienza e di repressione mai raggiunti prima. Con il sequestro dei beni, sempre molto consistenti, stiamo mettendo le cosche in difficoltà e provocando degli scollamenti sul controllo criminale del territorio». «I cittadini onesti devono sapere – ha concluso Alfano – che lo Stato c’è e che è forte, più forte di chi compie azioni criminose. I risultati eccellenti che stiamo raccogliendo sono frutto di una collaborazione fra tutti i tutori della legalità a riprova che, quando si fa gioco di squadra nell’interesse comune, si vince. Lo Stato è sempre più presente e lo sottolinea la riunione del Consiglio dei Ministri che si terrà giovedì prossimo a Reggio Calabria».
LOIERO – «La lettera con proiettile inviata al pm Giuseppe Lombardo mi sembra il frutto di un attacco isterico dei clan che si vedono decisamente sotto tiro da parte dalla magistratura e delle forze dell’ordine» ha detto invece il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero. «Al magistrato minacciato dai clan – ha aggiunto Loiero – va tutta la solidarietà mia e dei calabresi che sempre più si stringono a difesa della legalità. È ovvio che il lavoro della Procura antimafia di Reggio Calabria (ma il discorso vale anche per Catanzaro) non piaccia alla ‘ndrangheta che reagisce a suo modo. Le minacce, ritengo, sono conseguenza di un nervosismo che scuote le cosche sotto processo alle quali viene tolta la ‘robà accumulata con la violenza criminale».

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