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E’ arrivato a Reggio Calabria il presidente del Senato, Renato Schifani, per la cerimonia d’inaugurazione dell’annno giudiziario.
In mattinata Schifani incontrerà, tra gli altri, il pm Giuseppe Romano, della Direzione distrettuale antimafia, detinatario nei giorni scorsi di una lettera intimidatoria.
Appena giunto a Reggio, Schifani si è diretto nell’aula della Corte d’appello dove si svolge la cerimonia aperta dalla relazione del presidente della Corte Luigi Gueli. Schifani, dopo la cerimonia, incontrerà il procuratore generale Salvatore Di Landro, il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, in relazione all’attentato fatto il 3 gennaio contro la Procura generale, ed il sostituto procuratore della Dda Giuseppe Lombardo che nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera di minacce con un proiettile.LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE
DELLA CORTE D’APPELLO, LUIGI GUELI
«Berlusconi preferirebbe continuare ad avere di fronte a se un ‘nemico’, i magistrati comunisti, di cui denunciare le prave intenzioni. E l’opposizione non è assolutamente dispiaciuta di poter avere un presidente del Consiglio eterno imputato in attesa di un giudizio che non arriva …mai. Con l’ulteriore conseguenza che Governo, opposizione e Anm appaiono divisi su tutto, ma sostanzialmente d’accordo sull’opportunità del ‘queta non moverè, essendo più facile così accontentare tutti».
È uno dei passaggi della relazione letta dal presidente della Corte d’appello di Reggio, Luigi Gueli, in apertura dell’anno giudiziario.
«L’Anm sa che la riforma – ha aggiunto Gueli – chiunque la faccia, e dovrà prima o poi essere fatta, avrà come ovvia conseguenza il ridimensionamento del cosiddetto ruolo politico che la magistratura ha assunto, o meglio, ha dovuto assumere nel vuoto pneumatico lasciato dalla vera politica con la P maiuscola negli ultimi anni».
«Anche quest’anno come purtroppo avviene da vari anni – ha poi sostenuto Gueli – non possiamo presentare un bilancio del tutto positivo di una giustizia efficiente e quindi rispettata dai cittadini che come risulta da tutti i sondaggi purtroppo mostrano poca fiducia. Ma mentre la magistratura è in lenta risalita nei sondaggi il Parlamento è in ulteriore discesa rispetto al 2008».
il presidente della Corte d’appello di Reggio interviene anche in merito alle recenti dichiarazioni relative ai magistrati fannulloni ha detto che «devono gestire carichi notevoli di processi destinati ad aumentare progressivamente per le sopravvenienze che vanno invece deflazionate. Così si eviterebbero odiose e inutili, poichè nulla risolvono, critiche da parte di un Ministro della Repubblica che nulla o poco conosce del nostro lavoro».
Sul fronte della spesa, il presidente Gueli ha detto che «invece di tagliare le spese ‘proporzionalmentè e quindi indistintamente, operazione molto semplice e politicamente neutra, sarebbe meglio incidere sugli sprechi, a volte enormi ed abnormi, operazione molto più difficile perchè politicamente selettiva».
«La ‘ndrangheta è pacificamente riconosciuta come la più potente e ricca associazione a delinquere italiana che si adegua con facilità e duttilità a tutte le situazioni. Il gravissimo attentato della notte del 3 gennaio contro gli uffici della Procura generale ne costituisce una prova vivente».
Ha dichiarato ancora il presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Luigi Gueli: «Quanto è avvenuto – ha aggiunto Gueli – non è un’occasionale e temporanea emergenza, ma permea di sè la vita nel nostro solo distretto, non si estende, infatti, così massicciamente nelle altre province della Calabria, e con la ‘ndrangheta occorre confrontarsi nella consapevolezza che la battaglia nonostante i sicuri successi sin qui conseguiti, sarà lunga e la vittoria non appare essere ancora all’orizzonte. In mancanza di certezze, almeno allo stato, della vera effettiva motivazione che ha indotto la ‘ndrangheta ad alzare il tiro compiendo il primo attentato nella sua storia contro un ufficio giudiziario del distretto, ritengo sterile e inutile esercitazione intellettuale quella di tentare di stabilire la causa principale di tale gravissima ed inedita iniziativa».
Per Gueli «è venuto il momento di armonizzare e semplificare l’intera materia per quanto concerne la tempestività dell’individuazione dei patrimoni illecitamente accumulati e la loro stessa utilizzazione. Il problema dell’utilizzazione dei beni confiscati, proprio in considerazione dell’ormai elevato numero degli stessi, non può essere peraltro semplicemente quello di metterli all’asta entro il jugulatorio di 90 giorni dalla mancata assegnazione. Gli unici ad avere liquidità in questa stagione di crisi, come più volte denunciato dallo stesso governatore della Banca d’Italia Draghi, sono gli operatori legati alla criminalità organizzata che ricomprerebbero i beni faticosamente acquisiti e da destinare invece ad utilità sociale, come previsto per legge, con evidenti ricadute anche psicologiche sulla pubblica opinione».L’INTERVENTO DI RENATO SCHIFANI
«Sono qui per un riconoscimento all’opera meritoria dei magistrati che operano con determinazione al contrasto alla criminalità organizzata». Sono queste le parle del Presidente del Senato, Renato Schifani, nel corso della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Reggio Calabria. I magistrati di Reggio Calabria sono stati recentemente vittima di intimidazioni. Dopo la bomba alla sede della Procura Generale è stata la volta di una lettera di minacce ad un sostituto procuratore della Dda. Nelle settimane scorse, sempre a Reggio Calabria, è stata trovata una automobile con armi ed esplosivo nel giorno in cui c’era la visita del Capo dello Stato. «Esprimo – ha concluso Schifani – inoltre la solidarietà dello Stato ai magistrati oggetto di intimidazione ribadendo che lo Stato è con loro contro ogni forma di criminalità organizzata».
Schifani ha anche lanciato un appello al dialogo nella politica: «Mi sforzo quotidianamente di richiamare tutte le parti alla politica dell’ascolto perchè non vi è dubbio che quando ci si ascolta si lavora meglio anche in chiave di legislatura». «Se maggioranza ed opposizione si ascoltano – ha aggiunto – la produzione legislativa migliora. Mi auguro che anche in tema di giustizia i suggerimenti e le proposte della magistratura possano essere tenuti nella giusta considerazione dal legislatore e dal Governo, ribadendo ancora una volta che la Costituzione fissa i limiti di competenza: quella del magistrato che applica la legge e quella del Parlamento che modifica e approva. E ciò non significa chiudersi nei recinti dell’incomunicabilità». «In occasione di questa giornata mi sento di dire alla politica, alle istituzioni e alla stessa magistratura: no allo scontro sì all’incontro».
«La giustizia – ha aggiunto – va riformata in via del tutto organica e con il massimo rispetto del Parlamento alla indipendenza e all’autonomia dei magistrati. Nessuno mai si può consentire il lusso di mettere in discussione questi principali aspetti della giurisdizione. La politica ascolti anche i suggerimenti della magistratura sulla riforma, fermo restando che l’ultima parola, comunque, per costituzione va lasciata al Parlamento che è competente ad approvare le leggi di riforma». «Ringrazio oggi il garbo istituzionale che l’Anm di questo Distretto ha ritenuto di porre in essere in occasione della mia presenza a Reggio Calabria». Schifani ha così ringraziato i magistrati del distretto che non si sono allontanati nel momento in cui ha parlato il rappresentante del Ministero della Giustizia.NESSUNA PROTESTA DEI MAGISTRATI
Non ci sono state proteste dei magistrati dei distretti di Corte d’Appello di Reggio Calabria e Catanzaro al momento degli interventi dei rappresentanti del Ministero della Giustizia nel corso delle cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. A Reggio Calabria, dove è presente il presidente del Senato Renato Schifani, in rappresentanza del Ministero della Giustizia, è intervenuto Emanuele Caldarera, della Direzione generale del ministero.
Quando ha iniziato a parlare i magistrati sono rimasti seduti al loro posto. A Catanzaro per il Ministero della Giustizia è intervenuto il Direttore generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari, Serenella Pesarin. Nel corso della relazione nessun magistrato ha abbandonato l’aula dove era in corso la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.

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