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Hanno preso il via questa mattina le operazioni per la riesumazione dei cadaveri degli degenti dell’istituto di assistenza Papa Giovanni XXIII per prelevare capioni di materiale organico da sottoporre al test del dna.
Un intervento che ha comportato l’allestimento a poca distanza dal cimitero di Serra D’Aiello, di una sorta di grande ospedale da campo realizzato con le tende messe a disposizione dai vigili del fuoco.
L’operazione è stata disposta dalla Procura di Paola nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’istituto e sulla sparizione sospetta di almeno sette degenti avvenuta negli ultimi quindici anni. Il dna ricavato dal materiale sarà confrontato con quello dei familiari degli scomparsi per verificare se alcuni di questi possano essere stati sepolti nel cimitero senza registrarli.
Al momento è in corso l’estrazione di una bara zincata da uno dei loculi assegnati all’Istituto, chiuso dallo scorso anno su disposizione della magistratura. Complessivamente sono una sessantina i loculi da aprire.
I campioni prelevati dai tecnici dell’Istituto di medicina legale di Catanzaro saranno inviati ai carabinieri del Ris di Messina per la comparazione del Dna e l’identificazione dei resti.
I resti saranno temporaneamente ospitati nella tendopoli. Una volta conclusa l’operazione di riesumazione di tutti i cadaveri, questi saranno poi risistemati nei loculi. Secondo le previsioni l’operazione dovrebbe andare avanti per almeno una settimana.

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