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L’apertura al Csm di una pratica a tutela dei magistrati calabresi e in particolare di Catanzaro, dopo le «pesanti accuse» loro rivolte dall’europarlamentare Luigi De magistris, è stata chiesta dal consigliere laico del Pdl Gianfranco Anedda. Il riferimento è alle dichiarazioni fatte dall’esponente dell’Idv dopo l’esito del procedimento penale relativo all’inchiesta Why not riportate nella richiesta presentata da Anedda : «in Calabria la legge non è uguale per tutti. C’è un numero vergognosamente basso di condanne per corruzione. E non essendo questa la regione più pulita d’Italia, va detto che la questione morale investe la magistratura quanto la politica. L’inchiesta Why not è fallita per colpa dei magistrati che l’hanno condotta di mer… .Non hanno applicato la legge semmai la legge è stata piegata ai loro scopi…» Le accuse di de Magistris, sottolinea Anedda nella sua richiesta, sono state definite dal procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo «offese gravissime e infondate».

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