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POTENZA – Molti a Potenza lo ricorderanno con una cazzuola in mano, con l’abito talare un po’ sporco di cemento, impegnato ad “aggiustare” i locali della Parrocchia di San Rocco Confessore.
Don Salvatore Vigilante era anche questo.
Sacerdote da una parte, ma anche un umile “operaio” nella vigna del Signore dall’altro.
Sempre disponibile, sorriso sornione e pronto ad accogliere tutti, anche gli stranieri, quando i temi dell’immigrazione ancora non riempivano le cronache dei giornali.
Era nato a Pignola il 15 dicembre del 1919. E al paese alle porte del capoluogo è stato sempre legato soprattutto nella devozione alla Madonna degli Angeli di Pantano.
Ora che se n’è andato – è morto nella notte tra lunedì e martedì – la città è un pò più sola.
Perché don Salvatore, pur avendo sempre tenuto un profilo basso, ha sempre operato per il bene della comunità che gli era stata affidata. E la lenta processione di fedeli che in tutta la giornata di ieri ha fatto capolino nella chiesa dove giaceva il feretro, è la più eloquente testimonianza dell’affetto che lo circondava.
Certo tutti avranno notato la strana “coincidenza” di questi giorni.
Don Salvatore è morto pochi giorni dopo la riapertura dell’amata chiesa parrocchiale come un novello Mosè che «ha tenuto stese le braccia affinché il suo popolo vedesse l’alba di una grande vittoria».
L’arcivescovo, nell’omelia di domenica scorsa, aveva ricordato la sua figura di uomo e sacerdote «che con la sua sofferenza, ha accompagnato i lavori di ristrutturazione».
«La sua enorme sofferenza – recita una nota della parrocchia di San Rocco – ne ha davvero fatto un “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio”». «Quando la sofferenza lo ha visitato nel modo più crudo, – continua – privandolo progressivamente dl bene più grande, ha inaugurato un modo diverso di offrire il sacrificio eucaristico. Nonostante il graduale venire meno della lucidità mentale non ha mai smesso di affidarsi al Crocifisso e alla Vergine Maria: immobile nel suo letto, privo ormai anche della parola, Madonna degli Angeli da sempre venerata nella nativa Pignola». «La Parrocchia di San Rocco – fanno sapere – con il cuore colmo di gratitudine, rende grazie al Signore per averle donato un pastore come lui». Al cordoglio della gente comune, si è unito anche quello del primo cittadino di Potenza, Vito Santarsiero. «Ho avuto modo di conoscere, anche attraverso testimonianze di quanti sono stati accanto a don Salvatore nel corso di più di mezzo secolo di missione pastorale nella parrocchia di San Rocco, – ha spiegato in una nota – quanto l’esemplare reverendo abbia fatto nel corso di un così lungo periodo di tempo».
«Il Fare con la ‘effe’ maiuscola – ha continuato – è stato il leitmotiv della sua esistenza. – ha detto in una nota il primo cittadino – Ha saputo mettere da parte alcuni suoi talenti, o almeno non svilupparli appieno, grande organista e fine uomo di cultura, in nome di quella che probabilmente ha sempre percepito come prima vocazione, l’umiltà e il servizio. Il suo essere coerente e testimone vero fino in fondo, soprattutto nell’impegno sociale, l’ha portato a diventare quello che si può definire un autentico prete operaio che, il più delle volte, non preoccupandosi di sporcare la talare, era pronto a impugnare badile e piccozza per effettuare interventi di manutenzione in parrocchia. La città tutta ringrazia don Salvatore Vigilante – conclude – per un così significativo e singolare impegno e per l’esempio che ci ha saputo trasmettere e al quale mi auguro tanti nostri concittadini sappiano e vogliano ispirarsi, così come l’ottimo don Cesare ha dimostrato e sta dimostrando di poter fare, esercitando al meglio la difficile eredità ricevuta”. I funerali saranno celebrati questa mattina alle 11 nella chiesa di San Rocco.

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