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di Leo Amato
ROMA – Protagonista involontario, o forse no, della conferenza stampa indetta da Silvio Berlusconi per spiegare la «gazzarra» sulle liste elettorali, Rocco Carlomagno è il più fotografato e ricercato dalle tv al termine dell’intervento del premier.
Interviene più volte, interrompe il premier, chiede di poter parlare e dal fondo della piccola sala stampa ‘urla’ le sue domande ‘scomode’ contro il governo e il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Un crescendo che, dopo l’ennesima interruzione, suscita la reazione spazientita di Berlusconi: «Lei è un villano e dovrebbe meritare ben altra cortesia rispetto a quella che io le riservo. Si vergogni – sbotta il premier – Lei è fuori ordine, attenda» il suo turno. Ma Carlomagno non si arrende e cerca di imporre ancora le sue domande. «Lei non ha l’opportunità di intervenire – replica Berlusconi – Potete accompagnare gentilmente alla porta quella persona?». È a quel punto che il ministro Ignazio La Russa si alza una prima volta per calmare il giovane e gli si siede affianco: «Stia buono adesso, lei è un maleducato», tuona. Un intervento che non sortisce l’esito sperato. Carlomagno insiste e poco dopo lancia nuove accuse nei confronti di Bertolaso: «Lasci le sue generalità – replica il presidente del Consiglio – in modo che il capo della Protezione Civile possa presentare denuncia». La Russa si avvicina nuovamente all’uomo ma Carlomagno non demorde. Una giornalista interviene chiedendo che «il collega» non sia allontanato dalla sala ma c’è chi fa notare che «non risulta iscritto all’Ordine dei Giornalisti». Immediata arriva la puntualizzazione di Carlomagno: «Sono un free lance».
Niente testata nè tesserino, Rocco Carlomagno ha 38 anni ed è originario di San Giorgio Lucano, in provincia di Matera. Si presenta come «giornalista free-lance”, parla veloce e minaccia querele contro il ministro La Russa, e chi lo ha già etichettato come «un professionista provocatore”.
Al telefono qualche ora dopo il concitato fuoriprogramma durante l’ultima conferenza stampa del Presidente del Consiglio, rilancia tutte le accuse contro il capo della Protezione civile che gli sono valse la reprimenda del premier, gli spintoni del ministro della Difesa, oltre all’improvvisa celebrità. In rete c’è chi inneggia al suo nome, e lo propone per la direzione del Tg1. Tra gli animatori della protesta contro il sito unico di Scanzano c’è chi prende subito le distanze, come da ambienti vicini al Pd. Sembra che in passato per un periodo Carlomagno sia stato tesserato con i democratici, ma sul punto della sua appartenenza politica è voluto restare molto sul vago. In serata il Coordinamento antinucleare Basilicata ha smentito che abbia mai fatto parte del gruppo, nonostante in rete appaia un’intervista in cui figura come esponente di un sedicente Comitato nazionale antinucleare contro i siti di stoccaggio.

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