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Il deputato del Pd Doris Lo Moro in una nota rivolge un invito al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, affinchè l’inaugurazione dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, prevista per martedì a Reggio Calabria, non sia una «occasione elettorale». «Giovedì scorso – afferma Lo Moro – la Camera, a conclusione di un proficuo lavoro, svolto prima nelle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, e poi in Aula, ha votato l’istituzione dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con sede a Reggio Calabria, convertendo con significative modificazioni il decreto legge n. 4/2010 emanato dal Consiglio dei Ministri nella seduta straordinaria svoltasi proprio nella città dello Stretto. Le modifiche apportate al testo del decreto sono state frutto di una leale collaborazione tra maggioranza e opposizione, con cui si è valorizzato il contributo raccolto dalle Commissioni attraverso l’audizione dell’ex Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati, prefetto Di Pace, di rappresentanti dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, di magistrati con particolare esperienza in materia, tra cui il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone». «Lo stesso provvedimento – prosegue – ha anche il merito di includere in maniera esplicita la ‘ndrangheta tra i fenomeni associativi descritti dall’art. 416bis del codice penale. L’unanimità raggiunta sul testo ha consentito di scrivere una pagina positiva in un’Aula che troppo spesso si sente svuotata e defraudata del proprio ruolo. Apprendo dalle Agenzie che martedì il Ministro Maroni inaugurerà a Reggio Calabria la sede dell’Agenzia che – ricordo -, pur dotata di autonomia organizzativa e contabile, è posta sotto la vigilanza del Ministero dell’Interno. So bene che può farlo, essendo vigente il decreto legge che la istituisce, e non mi meraviglio più di tanto che si intenda procedere prima del completamento dell’iter di approvazione della legge di conversione, che deve ancora essere discussa e votata in Senato. Trattandosi di un argomento delicato, su cui ogni errore sarebbe imperdonabile, mi sento, però, di comunicare al Ministro Maroni la preoccupazione che la campagna elettorale in corso possa trasformare un evento significativo come questo, al quale, se libera dai lavori d’Aula, avrei anche voluto partecipare, in una occasione elettorale. In realtà, il problema della ndrangheta è già all’attenzione dell’opinione pubblica ma sotto altro profilo che pure rientra nelle competenze del Ministro. Vi è, infatti, un allarme diffuso e motivato sul possibile coinvolgimento della ‘ndrangheta nella competizione elettorale calabrese, considerato che vi è riscontro di interferenze in pregresse competizioni e che molti dei candidati in campo sono ritenuti vicini o addirittura espressione di cosche criminali». La deputata del Pd evidenzia inoltre che «l’Agenzia, del resto, ha sede in Calabria e a Reggio non per particolari meriti politici ma perchè la si è voluta ubicare, all’indomani dei gravi intimidazioni verificatisi nella città calabrese nei primi giorni dell’anno, su un territorio fortemente interessato dalla presenza della criminalità organizzata e, conseguentemente, da sequestri e confische di beni. In conclusione, l’avvio dei lavori dell’Agenzia va salutato come un fatto positivo, con l’auspicio che i meccanismi di raccordo con l’autorità giudiziaria e con gli enti locali, messi a punto dalla Camera, si rivelino adeguati a superare le criticità da tempo emerse nell’applicazione della normativa sulla confisca e l’assegnazione a fini sociali dei beni sequestrati alla criminalità organizzata». «E’ per questo – conclude – che al Ministro chiedo di difendere nell’occasione le prerogative del ruolo che riveste dal tentativo di facili e sconvenienti strumentalizzazioni. Non siamo riusciti a difendere la verità rispetto all’istituzione della città metropolitana di Reggio, su cui l’attuale Sindaco, che è anche candidato alla Presidenza della Regione per la Pdl, ha rivendicato meriti quantomeno eccessivi, non vorremmo dover ricordare allo stesso candidato che la scelta della sede a Reggio è stata confermata da tutti i gruppi parlamentari, riconoscendo nella città dello Stretto una centralità legata alla presenza delle cosche che tutti dovremmo sentirci mobilitati a combattere, recidendo con convinzione ogni rapporto tra ‘ndrangheta e politica».

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