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di MARIANGELA LISANTI
NEL 2009 la Fondazione Lucana Antiusura “Monsignor Vincenzo Cavalla” di Matera ha ascoltato 224 casi, di cui 180 non sono stati esauditi e solo 44 hanno potuto usufruire dei fondi. Di questi 44, 37 hanno potuto contare sul fondo statale (19 per la prima volta, 18 per rinegoziazione), 7 hanno invece fruito del fondo privato.
Ai casi a carico del fondo statale sono stati garantiti prestiti per euro 502.278,00 presso le banche convenzionate; mentre i beneficiari del fondo privato sono stati soccorsi direttamente con euro 145.932,00.
Inoltre, il fondo statale ha riscontrato l’escussione di 12 beneficiari insolventi per 84.860,00 euro. Sono questi i dati della relazione sociale dell’anno 2009 che don Basilio Gavazzeni, presidente della Fondazione, ha reso noto ieri mattina durante una conferenza stampa.
«Occorre – ha detto don Basilio – una cultura del debito e del denaro responsabile; noi non siamo una finanziaria , ma una fondazione che opera con spirito di solidarietà cristiana e con generosità, ponendo attenzione ai problemi della sociali e aiutando le persone in difficoltà. Ci deve essere, però, la cultura del debito responsabile, che non sempre ritroviamo nei beneficiari; a questo proposito abbiamo avviato un’azione legale, che ci costerà 4 mila euro, nei confronti di un beneficiario lucano che deve restituire 125.000 euro. Don Basilio, inoltre, nel ribadire l’impegno della Fondazione nel combattere la cultura antidebito ha reso noto che la regione Basilicata, che si era impegnata ad erogare un contributo nell’anno 2009, non ha ancora assegnato il denaro.
«In tanti sono a conoscenza del nostro impegno, – ha proseguito don Gavazzeni – ma in pochi si avvicinano per darmi un sostegno, un contributo. In alcuni casi io stesso, con mie risorse, senza interesse di sorta o a fondo perduto, ho sostenuto casi irricevibili da parte della Fondazione; si tratta di interventi di varia portata, che superano complessivamente euro 64.000.00».
Don Basilio ha illustrato anche l’attività svolta dalla Fondazione dal primo gennaio 2010 ad oggi, ascoltando 77 casi, di cui 17 hanno ricevuto garanzie, 60 non sono stati accolti.
«I dati di annata e i dati complessivi – ha concluso don Basilio – dicono la reale consistenza della Fondazione e, nello stesso tempo, sono un campanello d’allarme. Crescono le persone che non possono accedere al credito legale, nemmeno con la nostra garanzia e sono moralmente inaffidabili. La difficoltà che la Fondazione incontra nel recupero dei prestiti diretti dimostra più la slealtà che il disagio economico delle persone. Vi sono casi pietosi, verso i quali mostriamo tolleranza e misericordia, ma ci sono anche persone che non rispettano l’impegno mantenuto».

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