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di BATTISTA SANGINETO
“Dobbiamo votare per ***** ragazzi”. “E perchè? Io già devo votare ****, che ha fatto un piacere a mamma”. “Stammi a sentire, quello ha trovato un posto a mia sorella e se prende molti voti, ha detto papà che poi diventa assessore e sistema pure me. Se lo porti, quello sistema pure te”. Oggi, fra una lezione e l’altra, ho colto questo brano di conversazione, svoltosi fra due o tre studenti universitari, che riporto traducendolo dal dialetto. Sapevo, per lunga e consolidata esperienza, che le elezioni in una terra come la Calabria rappresentano l’occasione per manifestare e per soddisfare, o promettere di soddisfare, bisogni. Nella maggior parte dei casi si tratta di bisogni elementari e sacrosanti come il lavoro, ma sentire un gruppo di ragazzi di venti anni esprimersi negli stessi termini nei quali, certamente, si esprimerebbero i loro genitori, a me ha fatto senso. Se l’orizzonte politico, culturale, sociale e umano di quei giovani, per di più studenti universitari, è il voto di scambio, questa terra non ha più speranza non solo per questa generazione, ma anche per le prossime. Le nuove generazioni nascono e crescono già infettate e guastate da una società di adulti intimamente corrotta che non è in grado di istillare nell’animo dei propri figli valori diversi dall’arte di arrangiarsi, di piegarsi ai potenti, di chiedere e fare favori. E se le classi popolari hanno bisogni elementari che la politica promette di soddisfare, la borghesia è, comunque, talmente succuba da far dipendere il proprio successo dalla politica medesima sia sotto forma di partecipazione diretta (candidandosi a ricoprire ruoli istituzionali) che indiretta (aspettandosi appalti, incarichi, prebende e favori). Il voto dei calabresi non è, dunque, libero, ma questo, forse, lo si poteva sospettare. Quel che colpisce, che per lo meno ha colpito me, è che non lo sia, nemmeno, quello dei giovani calabresi. Non dovrebbero esser loro ad inverare i nostri desideri, non dovrebbero esser loro a incarnare la speranza non dico, ormai più, in un mondo migliore, ma almeno in una regione meno povera, meno corrotta, meno brutta, meno incivile? Battista Sangineto

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