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di Francesco Zaccara

LAGONEGRESE – Ricompare l’incubo del terremoto nei comuni del lagonegrese. Ieri sera alle 18.30, la terra è tornata a tremare. La scossa di magnitudo 3.3 della scala Richter è stata registrata dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica (Ingv) e da quello più vicino della Pretezione civile gruppo lucano di Maratea, tra il Monte Alpi e il monte Sirino, a 6,6 chilometri di profondità. Il terremoto per fortuna è durato pochi secondi, ma è bastato per spaventare chi da queste parti ha ancora nella mente quello del settembre ’98, di marzo ’82 e del 23 novembre del 1980. In molti sono scappati fuori di casa e si sono fermati per strada a confrontarsi con i vicini. «Stavo lavorando al computer quando ho sentito tutta la casa spostarsi per un attimo da sinistra verso destra – dice un ragazzo di Lauria – E’ stato come quando passa un grosso camion vicino alla finestra di casa». Una sensazione che ha molti, invece, ha fatto venire in mente lo spostamento d’aria dovuto ad una forte esplosione. Immediatamente sono stati presi d’assolto i centralini telefonici della Protezione civile di Maratea e dei Vigili del fuoco di Lauria. Ma più che per segnalare danni, per avere conferma del terremoto e per sapere l’entità del fenomeno. Il gruppo lucano della Protezione civile di Maratea ha, subito dopo la scossa, attivato il Codice rosso, preparandosi ad eventuali interventi. Al momento di andare in stampa, non risultano danni a persone o cose. Ma sicuramente tanto spavento. «Ho sentito il pavimento ballare sotto i miei piedi – aggiunge una signora di Lauria, tra i comuni del lagonegrese dove la scossa si è sentita con maggiore intensità – Speriamo si asolo questa e non ci siano altre»

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