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Ad una settimana dalla chiusura delle urne, l’elaborazione dei risultati elettorali passa all’ufficio elettorale centrale presso la Corte d’Appello di Catanzaro.
I faldoni da esaminare provengono dalle 5 province e ciascuno contiene i dati locali emersi dallo spoglio delle 2405 sezioni di tutto il territorio regionale. In base a queste cifre, sarà calcolata l’attribuzione dei seggi alle liste e saranno individuati, nelle cinque circoscrizioni provinciali, i candidati che avranno titolo ad occupare quei posti. Prima, però, la commissione dovrà capire in che modo interpretare il testo della legge elettorale regionale la cui seconda versione è stata approvata dal Consiglio regionale il 12 febbraio scorso, quattro giorni dopo che il prefetto di Catanzaro aveva firmato il decreto che indiceva le elezioni e metteva in moto il meccanismo dei comizi. La stessa commissione, quando si era riunita per esaminare il ricorso del Partito comunista dei lavoratori in merito alla presentazione delle liste aveva preso in considerazione la prima versione della legge, la 04/2010 approvata il 6 febbraio, scartando la seconda che però contiene le modifiche che eviterebbero il conflitto con le disposizioni nazionali.
In base alla legge, deve essere calcolato il numero dei seggi per ogni lista e il diritto delle cinque province a rivendicarne la propria parte. Due argomenti sui quali le interpretazioni de candidati si stanno incrociando in queste ore. Alcuni ricorsi sono già imbastiti, in attesa dell’ufficializzazione dei risultati.

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