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di MARIANGELA LISANTI
TANTI uomini e donne di tutte le età sono morti per quei diritti di libertà e democrazia che abbiamo la fortuna, oggi, di poter considerare acquisiti; non dobbiamo dimenticare il passato, traendo dal ricordo un insegnamento profondo e importante e, soprattutto, non dobbiamo dimenticare che la libertà non è un valore gratuito, che esiste automaticamente o una condizione che si mantiene da sola, ma va difesa giorno per giorno. E’ quanto emerso durante la cerimonia, organizzata dal Comune di Matera, in collaborazione con il Comando Militare dell’Esercito di Basilicata, che si è svolta ieri mattina in occasione del 65esimo anniversario della Liberazione.
Dopo la deposizione delle corone dI alloro sul cippo di via Lucana e l’incontro delle autorità e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma in piazzetta Pascoli, un corteo ha raggiunto piazza Vittorio Veneto, dove il prefetto, Giovanni Francesco Monteleone, e il comandante dell’esercito militare della Basilicata Domenico Scaglione hanno passato in rassegna il picchetto armato del 31° Reggimento carri d’Altamura.
Sulle note di brani musicali, quali il “Silenzio” e l’”Inno del Piave”, eseguiti dalla banda “Francesco Paolicelli – città di Matera”, diretta dal maestro Nunzio Paolicelli, il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e il presidente della Provincia, Franco Stella, hanno deposto le corone al monumento ai Caduti. «Il 25 aprile 1945 -ha detto il presidente Stella- è iniziato un cammino che ci ha permesso di raggiungere la libertà; tanti uomini, morti sul campo di battaglia, hanno portato alla rinascita della patria, al risveglio della coscienza civile in nome di quella Resistenza, che portò gradualmente il nostro Paese a riconquistare la democrazia. Alla responsabilità, ai valori ci si educa gradualmente, partendo dalla famiglia e dalla scuola; pertanto, i giovani devono comprendere che tante persone con grande coraggio lottarono e diedero la propria vita in nome della libertà».
E’ seguito l’intervento del sindaco Adduce, che ha evidenziato come per Matera il giorno della Liberazione rappresenti una ricorrenza importante, perché il 21 settembre del 1943 seppe ribellarsi agli occupatori nazifascisti prima di molte altre città italiane nel Sud. «Dobbiamo mantenere vivi quei valori conquistati con il sangue -ha detto il primo cittadino- ed è importante che la nostra città riceva la medaglia d’oro al valor civile, in nome del sacrificio di tutte le donne e gli uomini che ebbero la lungimiranza di garantire l’autonomia dello Stato. La scelta unitaria significa pacifica convivenza; pertanto, occorre educare le nuove generazioni alla democrazia, facendo capire loro che bisogna difendere l’unità dello Stato». E sono stati proprio due giovani studenti, Lucia Bartolomeo del Liceo Linguistico (Istituto Magistrale “Stigliani”) e Federico Carlucci del Liceo Classico “Duni”, a leggere con intensità la lettera del partigiano Giacomo Ulivi, studente in Legge di 19 anni, arrestato, torturato e ucciso, che, rivolgendosi ai coetanei, fa una lucida analisi delle responsabilità morali che portarono alla dittatura ed alla seconda guerra mondiale, disegnando contemporaneamente un programma di rinnovamento civile e democratico dell’Italia. E’ seguita la consegna della medaglia d’onore a Tommaso Tarasco e la Santa Messa celebrata nella chiesa di San Domenico da monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo di Matera-Irsina.

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