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«Serve un nuovo Piano per il lavoro, una politica che non tenti di cancellare il Mezzogiorno, un nuovo approccio alla questione immigrazione». Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, intervenuto al Primo Maggio organizzato a Rosarno, nella provincia di Reggio Calabria.
Il sindacalista ha incentrato il suo intervento sulla necessità che il governo «si faccia portatore di una nuova politica di sviluppo, dell’occupazione, un piano per il lavoro» perchè un «Paese che vuole programmare il futuro non può farlo sul precariato». Per questo motivo ha detto Epifani questa è «la festa di chi vive con il lavoro, per questo noi stiamo con chi vive con il lavoro e lotta quotidianamente contro il precariato. Si sono persi 200mila posti di lavoro solo quest’anno e nel Meridione queste cifre sono destinate ad aumentare. Un’azienda che chiude nel Sud vuol dire perdere il lavoro per troppo tempo: è arrivato il momento che il governo faccia di più».
Il segretario nazionale della Cgil è stato molto duro con il governo anche sulla questione dell’immigrazione. «Per i lavoratori migranti immessi negli ammortizzatori sociali chiediamo che questi possano goderne fino alla fine». «L’integrazione – ha aggiunto – è difficile, ma necessaria, è impensabile mandare via dei bambini da un asilo solo perchè i genitori non riescono a pagare la retta». Poi un passaggio sul Mezzogiorno: «Si stanno attuando politiche che tendono a cancellare il Mezzogiorno del Paese. La storia recente del sud è quella di tanti giovani precari della scuola, della sanità che hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro».
«Abbiamo tante Rosarno, Foggia, Bari e Castelvolturno. Problemi identici nelle periferie della città industriali del nord. Questa è l’Italia che dobbiamo cambiare». «Nel giro di qualche anno siamo ritornati per la seconda volta in Calabria dopo Locri nel 2006. Lo abbiamo fatto perchè vogliamo ribadire la vicinanza del movimento sindacale ai cittadini, alle forze dell’ordine e alla magistratura contro le mafie, a fianco di chi non si rassegna e si batte contro l’illegalità. Solo nella legalità ci può essere sviluppo». Una battaglia, ha sottolineato Epifani « che si vince tutti insieme, da Rosarno a Milano, da Napoli a Torino».

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