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di ANTONELLA CIERVO
BIKE sharing, ovvero biciclette in affitto. Il metodo, già adottato in molte città italiane, consiste nell’opportunità di poter utilizzare questo mezzo di trasporto a impatto zero, con una tariffa agevolata e a tempo. Una card elettronica garantirebbe l’accesso alle stazioni di distribuzione per ritirare i cicli e utilizzarli nel perimetro urbano.
A Matera il bike sharing non è più un’ipotesi, come conferma il bando di gara pubblicato il 29 maggio 2009 e vinto l’11 settembre dello stesso anno dalla Comunicare srl di Rivalta, nel torinese. L’impresa, specializzata in sistemi di mobilità alternativa, ha proposto all’amministrazione comunale un progetto che tiene conto delle particolari caratteristiche della città, ma non per questo ne riduce l’importanza.
Il prossimo passaggio è legato alla gestione del servizio, in mancanza del quale non è possibile avviare questo progetto.
Saranno quattro le stazioni previste e nelle quali sarà possibile ritirare una bicicletta inserendo negli appositi spazi la card che sbloccherà il dispositivo elettronico per utilizzarla.
Il costo complessivo dell’operazione è di 100 mila euro. Nella relazione che accompagna il progetto, l’Ufficio Sassi del Comune scrive, tra l’altro: «E’ d’obbligo spostare l’attenzione verso formule diverse di mobilità, che siano alternative alle abitudini consolidate da parte degli utenti nel tentativo di allegerire il carico dei veicoli che ingombrano i centro storici e favorendo il transito di quanti sono obbligati a raggiungere zone peculiari urbane con veicoli tradizionali per attività di carico e scarico di merci, di pulizia, di sicurezza, di assistenza sanitaria».
Eustachio Tataranni fu promotore del progetto legato al “car sharing” di cui si occupò all’epoca della giunta Porcari, facendo inserire la somma di 100 mila euro (la stessa prevista per il bike sharing) nella rimodulazione dei fondi Pisu.
L’ex assessore Saverio Acito, durante la giunta Buccico, trasformò il servizio di car sharing in bike sharing.
«Credo – spiega Tataranni – che sarebbe stato più utile usufruire di alcune auto, su prenotazione, per accedere a rioni come i Sassi».
La risposta è contenuta per certi versi nella relazione del Comune che spiega: «L’ipotesi di realizzare un sistema di bike sharing a Matera può sembrare azzardata; la conformazione della città, la sua lunghezza, l’andamento fortemente scosceso sia in direzione longitudinale che trasversale, sono certamente elementi deterrenti all’utilizzo della bicicletta come mezzo di mobilità urbana. Ovviamente – prosegue il progetto – non si cerca di promuovere l’utilizzo del bike sharing a copertura di tutta l’area urbana, ma si vuole sperimentare la possibilità di coinvolgere e stimolare i cittadini e i visitatori all’utilizzo della bicicletta almeno nel centro storico cittadino».
Il car sharing non trascurerà la particolare conformazione della città prevedendo anche bici con “pedalata assistita”, ovvero dotate di un piccolo motore, per poter raggiungere agevolmente i Sassi.
Già nel 1999, d’altronde, l’Unione europea aveva analizzato il traffico su due ruote che risultava ovviamente più rapido di quello in automobile su brevi tragitti urbani di almeno 5km. «Il potenziale della bici – spiegavano a Strasburgo – non può essere trascurato nè per gli spostamenti quotidiani per recarsi al lavoro o a scuola (nel 40% dei casi) nè per altri motivi (nel 60% dei casi riguarda acquisti, servizi, attività di svago e attività sociali).

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