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di FABIO AMENDOLARA
Danilo Restivo è stato arrestato ed è formalmente imputato per l’omicidio di Heather Barnett. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa gli inquirenti inglesi.
«A quell’ora ero alla Nacro», disse ai detective il 12 novembre del 2002. La Nacro è una scuola di recupero per ex detenuti. Il suo nome c’era davvero sul registro, ma l’orario d’ingresso era stato corretto. E’ solo uno degli indizi che ha portato la polizia inglese a casa di Danilo Restivo, nel tranquillo quartiere di Charminster, a Bournemouth.
In una villetta in cui vive da qualche anno con sua moglie Fiamma. Da lì è uscito all’alba di ieri mattina con un cappuccio in testa e il volto coperto. In manette. Perché i detective della squadra investigativa della polizia del Dorset ritengono di aver trovato nuovi elementi sul delitto di Heather Barnett, la sarta dirimpettaia di Restivo uccisa a martellate e mutilata. Gli investigatori italiani, invece, cercheranno nuovi elementi sul delitto di Elisa Claps ora che hanno ottenuto il dna. I poliziotti di Scotland Yard hanno eseguito anche il prelievo coatto, disposto dalla rogatoria internazionale inviata a Eurojust (un’agenzia dell’Unione europea che si compone di un giudice per ogni Stato membro) dalla procura generale di Salerno.
Il capo della procura di Salerno Franco Roberti lo conferma ai giornalisti con un pizzico di soddisfazione: «Per ora la polizia inglese ha effettuato su nostra rogatoria il prelievo del dna». Quel materiale biologico verrà confrontato con quello rinvenuto sui reperti portati via dal sottotetto della chiesa della Trinità.
Il fermo, invece, è stato deciso dalla polizia inglese, «non concordato con noi», dice il magistrato. E sottolinea che «i colleghi non erano tenuti a concordare alcunché, dal momento che procedono nell’ambito dell’indagine su un omicidio avvenuto in Inghilterra».
Il delitto di Elisa e quello di Heather, però, sono collegati. I detective inglesi l’hanno detto dal giorno in cui hanno scoperto che Danilo a Potenza saliva sugli autobus e, di nascosto, tagliava ciocche di capelli alle ragazze. Da allora c’è un confronto investigativo continuo tra i magistrati di Salerno e Mark Cooper il «suprintendent» della polizia del Dorset che sta lavorando anche su un altro delitto: quello di Oki Shin, una studentessa coreana uccisa nel 2002, sempre a Bournemouth. Per questo omicidio c’è un colpevole. Si chiama Omar Benguit e si è sempre proclamato innocente. Prima di lui, però, i sospetti si erano addensati su Danilo.
Il caso di Elisa, quello di Heather e quello di Oki sono collegati da alcune misteriose coincidenze.

CIOCCHE DI CAPELLI
Su una pagina del diario di Elisa c’era una ciocca di capelli incollata con del nastro adesivo e, a Potenza, Danilo era famoso perché andava in giro con le forbici. Sono tante le ragazze che hanno raccontato agli investigatori di aver subito questa strana pratica sempre dalla stessa mano: quella di Danilo.
L’avvocato Stefano Di Giovanni, difensore di Omar Benguit, ha svelato qualche giorno fa che alla povera Oki Shin era stata strappata una ciocca di capelli.
Heather, invece, i capelli li stringeva tra le mani. Le analisi della polizia scientifica hanno stabilito che non erano suoi.

LE COSTOLE
Durante l’autopsia sui resti di Elisa, poi, l’anatomopatologo Francesco Introna ha riscontrato la frattura di alcune costole. E, per questo, ha disposto un approfondimento peritale. Un consulente tecnico dovrà cercare di stabilire la natura di quelle fratture. Il sospetto è che siano andate in frantumi sotto i colpi dell’assassino. Ma potrebbero anche essersi rotte sotto il peso di tegole e calcinacci che occultavano il cadavere.
Le costole di Oki Shin, invece, avevano ceduto sotto i colpi delle coltellate che le hanno tolto la vita.

LE CHIAVI DI CASA
Quella delle chiavi di casa è solo l’ennesima coincidenza di questo giallo che, a tratti, si trasforma in un racconto horror.
Elisa, il 12 settembre del 1993, giorno della scomparsa, consegna alla sua amica Eliana De Cillis le chiavi di casa. Eliana le restituisce alla famiglia dopo tre giorni, dicendo di essersene ricordata solo allora.
Heather, invece, non trova più le chiavi di casa. E se la prende con Danilo. Dice al suo compagno che il giorno seguente ne parlerà con Fiamma. Danilo era andato da lei per commissionarle delle tende. Heather perde le chiavi e viene assassinata.
Un caso?

IPOTESI SERIAL KILLER
Basta il nome: Danilo Restivo. E la storia noir è già scritta. Gli ingredienti sono donne massacrate e mutilate. «Fantasie, tutte fantasie – ha commentato, seccato, qualche giorno fa l’avvocato Mario Marinelli che, da sempre, difende Restivo – adesso è partita la corsa ad appioppare al mio assistito l’etichetta di serial killer, ma lui è completamente estraneo a tutto».
Da ieri quattro camionette della polizia e un furgone della scientifica sono davanti casa sua. Ponteggi e teloni montati di fretta e furia proteggono l’area delle indagini dagli occhi indiscreti dei vicini. La villetta di Restivo si è trasformata nel grande evento della cronaca cittadina. La notizia sui siti dei giornali inglesi è che Restivo è stato fermato per il delitto Barnett. La polizia è convinta che siano emerse nuove prove a suo carico: ora ha a disposizione al massimo 96 ore per convincere i magistrati. Non è la prima volta che i detective della Dorset Police bussano alla porta di Restivo. Era già capitato nel 2004 e nel 2006: venne rilasciato in entrambi i casi senza alcuna incriminazione. Il ritrovamento del corpo di Elisa sembra però la svolta. Anche per la polizia inglese. I detective britannici e gli investigatori italiani si sono confrontati di nuovo, nelle scorse settimane, durante un incontro molto riservato all’Aja e il cerchio, dopo anni di stasi, ha cominciato a stringersi di nuovo intorno a Danilo. Le parole del detective capo Steve White lo lasciano intendere: «Siamo qui per condurre un’indagine minuziosa, nulla verrà tralasciato». Ha 92 ore di tempo.
f.amendolara@luedi.it

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