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Un gruppo di dirigenti e militanti di Rifondazione comunista – Sinistra europea della provincia di Cosenza, tra cui il segretario provinciale Angelo Broccolo (in foto), si sono dimessi dal partito. «Consideriamo conclusa la nostra militanza – è scritto in un documento – un partito cui vanno riconosciuti meriti storici indiscutibili, perchè ha consentito in fasi difficili e complesse della recente fase storico-politica una contrapposizione intellettuale collettiva alla deriva neoliberista, sancita simbolicamente dal crollo dell’Europa dell’est. Nato dalla spontanea e sentita necessità di opporre un netto rifiuto alla deflagrazione del Pci e dalla successiva adesione di altre forze politiche e soggettività del variegato mondo dell’antagonismo, il Partito della Rifondazione Comunista, sotto la direzione del compagno Fausto Bertinotti, ha saputo cogliere in anticipo, rispetto a tante letture stantie ed omologate, la multiforme galassia delle soggettività antagoniste capaci di opporsi alla devastante fase di dominio del neoliberismo, che nelle giornate di Genova hanno segnato il punto più alto (e tragico) di una elaborazione inedita di organizzazione del conflitto».
«I successivi passaggi, in maniera particolare la fase di analisi precedente alla formazione del governo Prodi – prosegue il documento – hanno segnato tuttavia una insufficiente valutazione delle dinamiche sociali in atto, con la conseguenza di un’impotenza istituzionale che ha prodotto una verticale perdita di credibilità politica e di consenso. Oggi, i ritardi enormi nella ipotesi di costruzione di una Federazione della Sinistra, che per definizione dovrebbe avere come obiettivo necessario da perseguire l’aggregazione di quanto esiste nei vari segmenti partitici e con ancor più tenacia quanto esiste fuori dai partiti, sembrano allontanare ogni possibilità di aprire una seria interlocuzione con la multiforme galassia di soggettività politiche, sociali, associative, di movimento che esprime, insieme ad un disagio diffuso, l’esigenza di ritrovare luoghi aperti di partecipazione ed elaborazione».
«E’ innegabile infatti – prosegue il documento – che Rifondazione Comunista, pur nella versione allargata della Federazione della Sinistra, non è più in grado di dare una risposta a questa esigenza di partecipazione ed elaborazione, orientata com’è a farsi portatrice di istante testimoniali ed identitarie che, per quanto suggestive, non possono a nostro avviso esaltare ‘hic et nunc’, l’entusiasmo necessario per un tentativo di ricomposizione largo, diffuso e partecipato di quanti avvertono la necessità di avviare una fase costituente di una soggettività al tempo stesso radicale, libertaria, egalitaria. Crediamo che si debba aprire una fase nuova nella storia politica della Sinistra italiana».
«La Sinistra italiana – è scritto ancora nel documento – è chiamata ad assumersi le responsabilità di questa fase storica. Si deve aprire una seria discussione a sinistra che punti a innovare la sua missione politica e superare frammentazioni e limiti che le hanno impedito in questi ultimi anni di essere soggetto politico credibile, autorevole e realmente alternativo al centrodestra. I rischi, come dicevamo, sono notevoli e chiunque si ostini a perseguire una politica di bottega e di autoconservazione rischia di porsi al di fuori dalla Storia. Riteniamo che sia giunto il momento, non più rimandabile, di lavorare a un percorso che miri alla nascita di un nuovo soggetto politico della sinistra italiana, un soggetto forte, unito e plurale, che riesca a diventare punto di riferimento credibile per tutte quelle soggettività che, pur essendo portatrici di istanze sociali e valori chiaramente riconducibili alla storia del pensiero e del movimento operaio, non trovano negli attuali partiti della sinistra alcuna forma di rappresentanza».

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