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di Roberto D’Alessandro
La salvezza del Pisticci è una storia che sa di incredibile perché arriva a coronamento di una stagione tribolata, difficile, dove a tratti avevano prevalso sconforto e pessimismo, per i risultati, ma anche per le difficoltà economiche.
Per questo il prestigioso traguardo raggiunto è una vittoria innanzitutto della società guidata dal presidente Donato Panetta, coadiuvato da Domenico Albano, vice presidente generoso e mai domo. I due dividono la gioia con l’intero gruppo dirigente, fatto di persone semplici e dotato di poche risorse, almeno per affrontare in campionato di D.
Ma nonostante i limiti, compensati dalla passione, questa dirigenza si è già ritagliata di diritto una fetta della storia gialloble, perché in quattro anni non si è mai fatta mancare le emozioni forti ed ha raccolto risultati da iscrivere negli annali. Al primo anno ha patito la retrocessione dall’Eccellenza dopo i play di Montalbano, poi è arrivato il doppio trionfo in Promozione e nel massimo campionato lucano ed infine l’inattesa salvezza di quest’anno, che è pari ad un campionato vinto, grazie ad una rimonta che dopo i soli dieci punti raccolti all’andata sembrava impossibile.Ma anche nel girone di ritorno sono arrivate tante difficoltà. Dopo il pareggio interno con l’Ischia il morale era sotto i tacchi e la meta appariva lontana e sfuggente. Poi son quasi finiti i soldi. Ad un certo punto sembra che la squadra non volesse nemmeno giocarli questi play out.
Alla fine, però, ha prevalso il desiderio di cimentarsi con la sfida e la consapevolezza di quanto ragionevole fosse dare credito ad una società che ha sempre onorato gli impegni.
E poi è la vittoria di Arleo che alla fine ha mantenuto la promessa ed ha guidato i suoi ragazzi trovando il bandolo della matassa nella fase calda della stagione e soprattutto riuscendo a vincere le partite decisive, insieme ad uno spogliatoio che ha saputo far quadrato trovando l’orgoglio che serviva sull’orlo del precipizio, in zona Cesarini, ma comunque in tempo per evitare il baratro. Ed è la vittoria di tutti quei tifosi che ci hanno creduto contro tutto e tutti. Un successo pulito, sudato e guadagnato solo e soltanto grazie alle proprie forze.
E’ la salvezza della passione e del cuore, della follia e dell’infaticabilità.
Ma soprattutto è un segnale forte per una comunità a volte troppo passiva, dimessa, sorniona ed indifferente a cui un gruppo di gente che non avrebbe i mezzi per mantenere una squadra in serie D, e che solo Dio sa come ha fatto ad arrivare a fine campionato, ha dato una grande lezione di cui far tesoro: volere è potere. Con la dedizione, il desiderio, la passione, l’impegno con l’amore anche i sogni più impossibile possono diventare realtà.

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