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Quattro persone sono state arrestate e 61, denunciate per truffa e falso. È il bilancio di un’operazione eseguita dagli uomini della Guardia di Finanza di Locri, sulla base di indagini coordinate dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone e dirette dal Procuratore Aggiunto Nicola Gratteri, coadiuvato dalla dott.ssa Maria Luisa Miranda. In manette un ufficiale della finanza in servizio a Catanzaro assieme a due sottufficiali e ad un commercialista di Siderno. Si tratta del capitano Vincenzo Insardà, di 34 anni. I marescialli arrestati, Giuseppe Crinò, di 52 anni, e Francesco Inzerillo, di 40, prestano servizio, rispettivamente, alla Compagnia di Locri ed alla tenenza di Roccella Ionica. Il commercialista è Salvatore Barranca, di 52 anni, che secondo le indagini avrebbe favorito gli interessi di ditte riconducibili alla locale criminalità organizzata, intrattenuto fitti rapporti confidenziali con l’ufficiale e con il maresciallo del corpo in servizio nella stessa compagnia di Locri e, da tempo, trasferiti altrove.
I finanzieri, secondo l’accusa, informavano l’interessato delle indagini e dei controlli in corso. Attraverso contatti privilegiati con il maresciallo, il commercialista riusciva, infatti, a reperire notizie riservate su accertamenti fiscali in corso, al fine di condizionare l’esito finale dei controlli a vantaggio dei suoi «clienti». L’ufficiale, che in passato (tra il 2001 ed il 2002) ha operatonella Compagnia di Locri, inoltre, intratteneva con un altro maresciallo, ancora in servizio nello stesso reparto, relazioni finalizzate ad accomodare attività di verifica fiscale. A dare il via all’inchiesta, circa due anni fa, sono stati i dubbi sorti su strane fughe di notizie dagli uffici della Finanza di Locri. Sulla base dei primi accertamenti riservati, i sospetti sembravano convergere sulla pista interna, per cui erano state avviate attività investigative che, attraverso il massiccio impiego di intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni, hanno consentito di portare alla luce un articolato sistema corruttivo. Gli inquirenti sottolineano il fatto che siano stati gli stessi finanzieri a portare avanti la delicata attività d’indagine, come sottolineato in un preciso passaggio dallo stesso Giudice per le Indagini Preliminari, Kate Tassone.
Preziose per le indagini sono risultate le intercettazioni audiovisive eseguite nello studio commerciale del ragioniere arrestato, che hanno evidenziato la frequente presenza in quel luogo, di uno dei due ispettori.
Le indagini tecniche hanno anche permesso di scoprire un vasto giro di incidenti stradali fasulli posti in essere con la compiacenza di medici che redigevano falsi certificati sanitari attestando danni fisici inesistenti, di un carabiniere, che eseguiva i rilievi stradali, e di alcuniperiti assicurativi, che convalidavano le pratiche assicurative. Il meccanismo delle truffe, che vede coinvolto l’ufficiale, era, secondo gli inquirenti, tanto semplice quanto efficace.
Venivano, infatti, reperiti i mezzi, trovati i soggetti falsi feriti, procurati referti medici ad hoc e fatti eseguire sul luogo del finto incidente i necessari rilievi di polizia. Su una vettura, in particolare, volutamente danneggiata per inscenare un falso sinistro, gli investigatori avevano posizionato una microspia potendo, così, ascoltare in diretta quanto stava accadendo.

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