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Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo deve negare, in maniera urgente, l’autorizzazione al progetto dell’Enel di riconversione della propria centrale di Rossano. A chiederlo, in una interrogazione al Presidente del Consiglio ed ai ministri all’Ambiente, alla Salute, al Lavoro, alle Attività produttive ed alla Giustizia, è la deputata Angela Napoli. Nell’interrogazione la parlamentare chiede anche di sapere “quali sono le posizioni del Governo rispetto alla nascita o alla riconversione di centrali a carbone e quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di impedire lo scempio ambientale e tutelare la salute dei cittadini, rispetto al progetto di riconversione della centrale Enel di Rossano Calabro».
«Il territorio della Sibaritide – afferma la Napoli – rappresenta uno dei più ricchi della Calabria ed è fonte di turismo, agricoltura, pesca e commercio. L’Enel, in modo unilaterale, ha presentato un Progetto integrato, impropriamente denominato ‘Policombustibile’, di riconversione della propria centrale di Rossano, prevalentemente a carbone (94%). La nuova tecnologia a carbone cosiddetto ‘pulito’, riduce solo in parte le particelle fini ma non incide sulle emissioni delle polveri ulltrafini, che rappresentano la causa più importante di incremento della mortalità e della morbilità.
Il carbone è una delle forme più importanti d’inquinamento da mercurio e rappresenta il maggiore pericolo per la lotta ai cambiamenti climatici. Tra l’altro la improvvida scelta dell’Enel, non prende in considerazione le energie alternative, che hanno già oggi costi complessivi molto minori del carbone e vantaggi ambientali per tutti».
La parlamentare evidenzia poi che «l’occupazione, oggi stimabile in 35 mila unità, e che è suscettibile di crescita, verrebbe messa in discussione da un impianto industriale di circa 100 unità stabili, più un indotto di un centinaio di addetti. Senza sottovalutare che gli investimenti del tipo proposti dall’Enel per la centrale di Rossano, oltre a non portare alcuno sviluppo locale e regionale, rappresenterebbero un ghiotto boccone per la ‘ndrangheta le cui cosche locali, tutt’altro che inermi, sono da sempre state censite da Dna, Dia, Dda e Commissioni parlamentari antimafia». «La costruzione della centrale a carbone proposta dall’Enel a Rossano – conclude la Napoli – è senza dubbio una scelta imposta dall’alto, considerata la non condivisione di tutti gli Enti locali e provinciale del territorio, nonchè la contrarietà espressa, con forza e valide motivazioni, dall’Anci, dalle Associazioni ambientaliste e produttive e dalle organizzazioni sindacali. Addirittura l’Enel non ha preso in considerazione il vigente Piano energetico ambientale regionale che, tra l’altro, dispone: ‘è vietato, su tutto il territorio regionale calabrese, l’utilizzo del carbone per alimentare centrali per la produzione di energia elettrica’».

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