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Il consigliere regionale, Ferdinando Aiello (Fed. Sin.), chiederà domani alla commissione regionale della Sanità, di cui è vicepresidente, un sopralluogo sull’ospedale «Santa Barbara» di Rogliano. «Mi pare elementarmente logico – afferma Aiello – affrontare il problema partendo da una ricognizione, che sia la più scrupolosa possibile, in grado di offrire elementi di valutazione diretti». L’iniziativa s’inserisce nel quadro della vertenza in corso, scaturita dagli annunci della direzione generale ospedaliera di Cosenza sulla chiusura di Chirurgia e Pronto soccorso del presidio.
«Inviterò i colleghi – sottolinea Aiello – ad esaminarne la situazione con pregiudizio sfavorevole, ossia con la massima severità e pignoleria, e questo perchè ciascuno prima di assumere qualsivoglia decisione lo faccia in perfetta consapevolezza e coscienza. Li inviterò a fare comparazioni tra lo stato del presidio ospedaliero di Rogliano e quello di ogni altro ospedale della regione, piccolo o grande che sia, ovviamente con ogni debito rapporto. Solleciterò l’acquisizione dei dati storici sui livelli di produttività, riservandomi di spiegare quali siano state le manovre di scoperto depauperamento che, negli anni, sono state effettivamente consumate ai danni del presidio, e questo per favorire le lobby mediche della città capoluogo. Non solo. L’esame, tra l’altro, varrà a far comprendere quali siano stati gli effetti e le ricadute sulla spesa sanitaria verso le strutture private, specie per quanto riguarda Ostetricia e ginecologia, Ortopedia ed Analisi cliniche».
«Dalla presa diretta di Rogliano, i colleghi si renderanno conto come il «Santa Barbara» – prosegue Aiello – sia l’ospedale, unico della regione, a rispondere, puntualmente, ai criteri della normativa di sicurezza sanciti dalla legge Bindi». «Ma ci sono già un paio di dati – rileva il consigliere regionale – che potrebbero offrire ulteriori elementi di riflessione. Quando l’assessore regionale Lo Moro aveva già decretato la chiusura dell’ospedale di Rogliano, appena qualche anno fa, fu indotta a rendersi conto de visu delle condizioni del presidio, dopodichè revocò il suo provvedimento. Lo stesso Puzzonia, attuale direttore generale dell’Ao di Cosenza, non più tardi dello scorso mese di agosto, dovette ricredersi, dopo un sopralluogo, sulle prospettive da lui stesso segnate di ridimensionamento del presidio, convertendosi, lui, alla valorizzazione».

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