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L’ATTESA monta inesorabilmente. Si tratta di aspettare, più che ogni altra cosa, una mossa ufficiale da parte del sindaco Santarsiero. L’unico deputato in questo momento a prendere l’iniziativa per “sostituire” il Potenza che non sarà più nei professionisti.
Perchè questo appare un dato di fatto inequivicabile: appena non ammesso il Potenza di Postiglione nel campionato di Seconda Divisione, voglia o non voglia quest’ultimo esperire tutta la serie dei ricorsi che potrebbero competergli, il primo cittadino ha facoltà di chiedere che il nome della città che rappresenta non sia cancellato da una categoria calcistica (domanda di affiliazione alla Lega di D a favore di una costituenda nuova società).
Beninteso, questo non vuol dire assolutamente essere sciacalli o sperare nelle disgrazie altrui. Qui in gioco c’è solo il futuro del calcio nel capoluogo che, inevitabilmente per tutto quello che è accaduto (a torto o a ragione) non può essere rappresentato da Postiglione o da sue emanazioni dirette, figlie del suo legittimo diritto di esercitare la proprietà.
Ben venga quindi l’iniziativa del sindaco, il desiderio di tornare in campo di Donofrio e del suo gruppo, o anche la speranza dell’associazione “Il Mio Potenza” di coinvolgere non meno di una decina di “volti nuovi”.
Ben venga anche se questa fosse alternativa e parallela al Potenza di Postiglione, del cui destino, ormai è un dato inequivocabile, non si interessa più nessuno in città. Lo testimonia una campagna denigratoria nei suoi confronti (con tanto di scritte sui muri della città), lo conferma l’assoluta indifferenza del tessuto imprenditoriale a trattare in qualsiasi modo e qualsiasi forma di passaggio societario, o anche semplici aiuti esterni alla sua persona o a suoi interposti; lo ribadisce il costante interesse della gente comune a capire quando sarà fatta una prima mossa ufficiale di “sostituzione”.
Perchè alla fine a questo si arriverà: a surrogare la vecchia società (che potrà percorrere la sua strada nel migliore modo possibile) e a chiudere un capitolo di storia che sarà ricordato molto di più per le cose che non sono andate rispetto a quelle ben finalizzate.
Dunque, qualcosa in città si sta muovendo, anche se sotto traccia. Le prime avvisaglie potranno essere sondabili appena arriverà venerdì l’ufficialità dell’esclusione dai professionisti.
E molto dipenderà dall’abilità e dalla velocità del sindaco ad effettuare una richiesta alla Lega di D, dopo aver messo insieme un nutrito gruppo di imprenditori disposti a farsi carico dell’ennesimo rilancio del calcio cittadino.
Sulla questione numerica di tali imprenditori è il vero nocciolo della questione. Scrivevamo ieri che se si dovesse ripartire sempre e soltanto dai “soliti noti” non si andrebbe molto lontano.
Occorre un corposo gruppo di amanti del calcio e un programma di investimento non inferiore ai tre anni.
Da questo punto di vista potrebbe tornare in auge il nome dell’associazione che, in tempi non sospetti e prima di un duro botta e risposta (non certo di una rottura, non essendoci stato mai un contatto) con Rocco Galasso, aveva tentanto la strada di coagulare appassionati e tifosi per proporre una strada nuova.
L’idea percorribile è quella di cercare collaborazione di tanti con cifre di investimento che non rappresentino un problema per nessuno, anche se da garantire in un arco di tempo piuttosto lungo. L’associazione potrà svolgere il suo ruolo di collante tra tifosi e dirigenza, ma non certo compiere passi ufficiali, nè tantomeno essere un investitore in prima persona. Anche perchè una prima mossa era stata anche fatta (con una proposta ufficiale – 150 mila euro per il titolo con debiti e crediti al 30 giugno tutto a carico di Postiglione), ma è stata rispedita al mittente.
La sensazione che sta emergendo a Potenza, comunque, è che un capitolo – quello di Postiglione – si stia per chiudere e un altro per aprire. Ma non si correrà certo il rischio di assistere a un’altra Asc-Fc.

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