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di MARGHERITA AGATA
MATERA – Sono riusciti a far dimenticare la pioggia del giorno prima e la delusione per il concerto rinviato. Francesco De Gregori e Lucio Dalla, di nuovo insieme a 31 anni dal mitico tour “Banana Repubblic” hanno regalato due ore e mezza di grande musica e di emozioni. Alla Cava del Sole, lunedì sera, per ascoltarli sono accorsi in circa tremila. Niente striscioni, nè ragazzine strepitanti a caccia di autografi. Applausi scroscianti, emozioni vere e anche qualche luccicone sì. Sono le 20.56 in punto quando le luci sul palco si accendono. Cappello rosso fuoco, occhiali neri e chitarra per il “principe” De Gregori; Borsalino bianco e pianoforte per il “plebeo” Dalla. Sullo sfondo scorrono le immagini realizzate da Mimmo Palladino, la band accenna le prime note di “Tutta la vita”. E’ l’inizio di un meraviglioso viaggio tra le perle del repertorio dei due cantautori. Ma senza retorica o indulgere nel “reducismo”. I due danno l’impressione di divertirsi e anche molto. Brani senza tempo come Anna e Marco, Titanic, La leve calcistica della classe ‘68, Canzone vengono riproposti con una freschezza sorprendente. Cambiano gli arrangiamenti, ma il risultato è lo stesso. I versi di questi due maestri della canzone d’autore italiana arrivano dritti al cuore, lasciando senza fiato. L’atmosfera della Cava del Sole a tratti è irreale. Non si contano gli applausi a scena aperta. I due sono in forma fisica e mentale straordinaria. De Gregori è più loquace che mai. A lui il compito di salutare il pubblico in apertura e di spiegare com’è nato “Gran turismo”, uno dei tre inediti proposti in questo “Work in progress tour 2010”. «Questo brano parla di viaggiatori e passeggeri – spiega al pubblico – Dalla, in proposito ha detto una cosa intelligente, capita anche a lui. I passeggeri si fanno viaggiare» – prosegue tra l’ilarità della platea. E il viaggio sulle note La storia, Nuvolari, Viva l’Italia, La valigia dell’attore, Disperato erotico stomp, Piazza Grande e tanti altri brani tirati fuori dalla valigia dei ricordi. Fino ad arrivare a Rimmel. «Un brano – dice De Gregori- che non avrei mai pensato di voler cantare in coro e che stasera voglio cantare con questa bella gente, magari con un bel karaoke». Ed ecco sullo sfondo apparire le parole che in realtà tutti conoscono a memorie e cominciano a intonare al primo cenno dell’artista. Dopo la scanzonata Gigolò, in una sorta di sfida a distanza, De Gregori propone La donna cannone e Dalla risponde con Caruso. Esecuzione da brividi. E’ mezzanotte. I due si congedano con una versione blues di Buonanotte Fiorellino. Ma il bis è inevitabile. Fuori per altri 4 brani: 4 marzo 1943, Il bandito e il campione, Balla balla ballerine e Non basta saper cantare. Il pubblico invoca “Generale”. Inutilmente. Le luci si spengono. Il viaggio finisce qui.

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