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La polizia ha arrestato un ex agente di custodia del carcere di Palmi, Vincenzo Zuccarello, di 49 anni, in servizio attualmente a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), con l’accusa di corruzione. L’arresto di Zuccarello, che ha la qualifica di assistente capo, è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica. Secondo l’accusa, Zuccarello avrebbe consentito in numerose occasioni ad alcuni detenuti del carcere di Palmi, in cambio di denaro, di effettuare telefonate non autorizzate ai loro familiari utilizzando il suo cellulare. In particolare un tentativo di evasione è quello che fu compiuto il 24 novembre del 2009 da due fratelli ergastolani, Pasquale Giuseppe Zagari, esponenti di spicco della cosca Fazzalari-Zagari.
Zuccarello è accusato anche anche di calunnia, reato che trae origine del fatto che l’agente di custodia era solito denunciare falsamente, secondo quanto riferito dagli investigatori, lo smarrimento di carnet di assegni (i casi accertati sono una decina). Dalle indagini è emerso, invece, che gli assegni venivano dati come corrispettivo di pagamenti vari a commercianti che li ponevano all’incasso e che, per questo, venivano denunciati dalla polizia giudiziaria per ricettazione. In alcuni casi, per ritirare gli assegni, Zuccarello si sarebbe rivolto a pregiudicati conosciuti in carcere o a loro parenti. Le indagini sono state svolte dal Commissariato di Palmi e dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, che hanno anche eseguito l’arresto di Zuccarello. L’uomo, ancora, avrebbe facilitato contatti con l’esterno anche ad esponenti della criminalità organizzata e, secondo quanto emerso nell’inchiesta a suo carico, permetteva ai detenuti, anche quelli appartenenti alle potenti famiglie di ‘ndrangheta del reggino, di usare il suo cellulare per effettuare chiamate ai familiari. Non si conosce il contenute delle telefonate perchè l’agente di polizia penitenziaria non era sotto intercettazione.
Per incastrarlo, gli uomini dela commissariato di Palmi, diretto da Stefano Dodaro, che hanno collaborato con il Nic, hanno analizzato i tabulati telefonici dall’utenza telefonica di Zaccarello. I singoli fatti riscontrati avrebbero fatto fruttare all’indagato circa 700 euro al mese. Ma l’attività di Zaccarello non si limitava a vendere telefonate ai detenuti. Sfruttando i contatti creati attraverso i suoi favori, l’agente acquistava merce usando assegni privi di copertura e facendo bloccare il protesto usando parenti dei detenuti a piede libero. Questi intimavano ai negozianti di bloccare gli assegni. L’importo della merce acquistata usando questa modalità sarebbe di migliaia di euro.

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