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Dall’introduzione dell’euro a oggi, i prezzi sono aumentati soprattutto al Sud. A confermarlo sono i dati statistici elaborati dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Se, dal 2001 al giugno 2010, la media italiana di incremento dei prezzi è stata del 20%, la Calabria è la regione che ha subito l’aumento più elevato: +25,8%. Seguono la Campania (+25,4%), la Sicilia (+22,6%) e l’Abruzzo (+21,2%). Ultime, in questa speciale graduatoria, sono il Veneto (+18%), la Lombardia (+17,9%) e, all’ultimo posto, la Toscana dove i prezzi sono lievitati ‘solò del 17,8%. Gli aumenti maggiori hanno interessato gli alimentari e le bevande, la casa, le bollette di acqua, elettricità e gas.
«E’ opportuno sottolineare che la maggior crescita dell’inflazione non deve essere confusa con il costo della vita. La vita al Nord – spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia Mestre (nella foto) – è molto più costosa che nel Mezzogiorno. Altra cosa, invece, è analizzare, come abbiamo fatto noi, la dinamica inflattiva registrata in un determinato periodo di tempo. Noi riteniamo che una delle ragioni che ha fatto lievitare maggiormente i prezzi al Sud, è dovuta al fatto che la base di partenza dei prezzi nel 2001 era molto più bassa nel Mezzogiorno che nel resto del Paese.»
«Tuttavia – precisa Bortolussi – a condizionare questo risultato hanno concorso molte criticità presenti nel Sud: come il drammatico deficit infrastrutturale; la presenza delle organizzazioni criminali che condizionano molti settori economici; la poca concorrenza nel campo dei servizi e, soprattutto, un sistema distributivo delle merci molto arretrato e poco efficiente».
I prodotti che hanno subito i rincari più forti sono appunto gli alimentari e le bevande analcoliche: questo settore ha visto registrare punte di crescita in Campania del 35,4% e in Calabria del 30,6%. Più forte, anche se con meno impatto sui bilanci delle famiglie italiane, gli incrementi registrati tra le bevande alcoliche e i tabacchi.
Altrettanto consistenti, secondo la Cgia, gli aumenti di spesa registrati per gli affitti, le manutenzioni della casa e i rincari avvenuti sulle bollette di luce, acqua e gas e altri combustibili. Nel Trentino Alto Adige, dall’introduzione dell’euro a oggi, la crescita è stata del 37,3%. In Sicilia del 34,9%, in Sardegna del 33,5% e in Calabria del 31,7%. Infine, anche gli alberghi, la ristorazione e i pubblici esercizi hanno subito aumenti molto consistenti. Gli aumenti più forti si sono avuti in Sicilia (34,1%), in Puglia (32,8%) e in Calabria (32,1%). L’unico settore merceologico che ha subito una diminuzione dei prezzi, concludono dalla Cgia, è stato il settore delle comunicazioni: ovvero, telefonini, servizi telefonici e servizi postali.

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