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di ANTONELLA GIACUMMO
E’ STATO il problema su cui si è arenata ed è caduta la vecchia giunta comunale. Oggi la frattura in giunta si è risanata. Il problema Bucaletto, invece, resta ancora lì. Immutato da trent’anni. Anzi, se proprio vogliamo essere precisi, in continuo peggioramento.
In quei prefabbricati ci sono persone che vi sono nate. Altre che si sono trasferite da bambini – «dopo il terremoto la nostra casa era tutta lesionata» – e sono rimaste lì. L’hanno ereditata dai genitori, ci si sono sposati, hanno creato nuovi nuclei familiari. Sempre lì, in quei prefabbricati che pian piano il Comune sta cercando di liberare e abbattere. Dietro quei prefabbricati i palazzi di nuova costruzione in cui dovranno essere alloggiate le famiglie sfrattate. Qualcuna ha già fatto – nello scorso dicembre – il grande salto in una vera casa. In tantissimi continuano ad aspettare, con i disagi che crescono ogni giorno di più. «Hanno iniziato a smantellare i prefabbricati – spiegano i residenti – ma le macerie le lasciano tutte qui. C’è lana di vetro ovunque, basta un po’ di vento e vediamo sollevarsi dai prefabbricati scoperchiati delle piccole nuvole. Ci sono ovunque pezzi di amianto. E dire che qui l’aria non è proprio delle più pulite, abbiamo la Ferriera a due passi».
Dopo qualche lettera – dice qualche residente – il prefetto ha inviato i tecnici dell’Apab che hanno decretato che lì a Bucaletto è tutto a posto. Non c’è pericolo per l’aria. Eppure basta un giro veloce per rendersi conto di come l’ambiente non sia proprio salubre. Senza contare la pericolosità di una zona che è in evidente stato di abbandono, nonostante lì delle persone ci vivano. Nonostante ci siano anche bambini. «Impossibile farli giocare fuori – dicono – qui il pericolo è ovunque, così come la mancanza di igiene, visto che l’Acta neppure passa più. Il compito di smantellare e rimuovere è, infatti, della ditta che si occuperà della costruzione delle case. Dopo diverse sollecitazioni siamo solo riusciti a ottenere che impacchettassero qualche lamina di amianto. Ma tra un trasporto e l’altro anche quella carta è tutta rotta».
Oltre ai prefabbricati scoperchiati e abbandonati – le foto sono abbastanza chiare – ci sono anche quelli andati letteralmente in fumo. Lo scorso anno bruciò un prefabbricato. «Il sindaco venne qui il giorno dopo – raccontano i residenti – e ci rassicurò sui tempi di smantellamento. “Al più presto”, ci disse. E’ passato un anno ma i resti bruciati di quel prefabbricato sono ancora lì». E sarebbe difficile agire se il fatto si ripetesse. Gli idranti per spegnere le fiamme piazzati qualche mese fa non esistono più, li hanno strappati via. Ma se anche ci fosse ancora la pompa, «non servirebbe a niente. Hanno piazzato le colonnine all’altezza dei prefabbricati da smantellare e le pompe sono troppo corte per arrivare altrove.
«Quelli che stanno nelle case pensano di essere al sicuro. La verità è che in questa zona nessuno lo è. I filamenti di amianto che circolano nell’aria non si limitano a entrare solo nei prefabbricati. La salute di tutti è a rischio, nonostante quello che dice l’Arpab. Non sappiamo che tipo di controlli facciano i tecnici, ma a nessuno di noi sembra che qui non ci sia pericolo. Qui è un rischio anche camminare a piedi». Il sogno di chi vive in quell’area è trovare un’altra casa. Lontano da Bucaletto, «non per noi, ormai sono più di 20 anni che stiamo qui, ma per i bambini. Non è giusto lasciarli crescere tra macerie, sporcizia e pericoli. Questa sembra una bidonville».

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