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«NON POSSO NON dire grazie a chi ha deciso di mettere a disposizione della nuova realtà calcistica anche solo un euro».
Ma nella dichiarazione rilasciata dal sindaco Santarsiero, non si può nascondere l’amarezza del momento. Non essere riusciti a coinvolgere, quantomento nella “monetizzazione” – definiamola così – un gruppo generoso di imprenditori per il rilancio del calcio a Potenza è una sconfitta per la città intera. Sindaco in testa, al quale, comunque, non può essere negato quantomeno l’interessamento a far sedere attorno a un tavolo qualcuno.
Una sconfitta del tessuto imprenditoriale cittadino che non si può nemmeno più nascondere dietro l’alibi della presenza di Postiglione (a tal proposito, ieri la Lega di D non ha ricompreso nell’elenco delle aventi diritto al campionato lo Sport Club, come era nelle speranze della “vecchia” società).
Anzi, è proprio questo il momento per rimarcare che per quattro anni di fila, da solo, Postiglione ha fatto vedere il calcio in città, indipendentemente dalla sua condotta che ancora deve essere chiarita dai magistrati.
E che in sua sostituzione, per così dire, eccetto poche eccezioni, nessuno si è preso in carica la “patata bollente” di gestire una nuova realtà e di sostituirlo. Nemmeno in Eccellenza. Almeno seguendo la strada legittima (il versamento di 100 mila euro e l’allestimento di una squadra per almeno altri 200 mila).
Ieri all’ora di pranzo, davanti al sindaco si sono ripresentati i soliti noti, ossia i rappresentanti dell’associazione “Il Mio Potenza”, che hanno fatto il punto della situazione: non sono stati raccolti più di 70 mila euro. E’ penoso dirlo, ma è così.
Potenza non ha risposto secondo quelle che erano le aspettative iniziali. Firme illustri dell’imprenditoria hanno versato molto poco: cifre a dir poco ridicole.
Ovvio anche dire che nessuno era obbligato, ma se tra gli altri qualcuno ha messo sul tavolo 500 euro e qualcunaltro ha preteso fatture di sponsorizzazione, il quadro è fin troppo chiaro.
In definitiva, non si è arrivati a raccogliere nemmeno la cifra utile per iscrivere il Viviani Potenza all’Eccellenza. Quindi: non se ne fa più nulla se non con un percorso alternativo.
Stesso nella giornata di ieri, i rappresentanti dell’associazione hanno incontrato la dirigenza dell’Avigliano e prospettato loro l’aiuto del capoluogo.
I soldi raccolti serviranno per dare una mano alla storica compagine granata, che in cambio trasloca a Potenza, chiedendo una deroga per giocare al Viviani. L’Avigliano manterrà il suo nome e i suoi colori sociali, poi l’anno prossimo si cercherà un cambio di denominazione, riportando il nome di Potenza in auge.
E’ chiaro che il “risparmio” sta tutto nella decadenza dell’obbligo di versare i 100 mila euro che, a questo punto, serviranno per incominciare a lavorare.
Entro oggi la società aviglianese avrebbe dovuto versare la tassa di iscrizione (7.500 euro) per il massimo campionato regionale.
Incombenza che cadrà sui potentini i quali puntano a vincere il campionato. E a livello societario si andrà anche oltre: ossia, lo storico gruppo dei granata, compreso chi ha buone capacità economiche, potrà convogliare nella nascente società per creare un gruppo nuovo che possa rilanciare il calcio nel capoluogo potentino e nel suo hinterland.
Indubbiamente, un altro percorso sembrava impossibile da cercare. C’era l’Atletico Potenza, ma iniziando da una categoria più in basso, o anche l’estremo tentativo di convincere Donofrio e il suo gruppo, da solo, ad andare avanti.
Ma l’idea è naufragata sul nascere proprio per l’assenza di quel progetto almeno triennale sposato dagli stessi attori qualche giorno fa, in unione con tanti altri (poi tiratisi indietro), caposaldo sul quale fondare ogni tentativo di rinascita.
Il futuro adesso è Avigliano. Con tutto il rispetto per la storia e il blasone di uno dei più celebri centri potentini, non è il massimo della vita. Ma almeno c’è un futuro. Ci sarà una partita la domenica e un tentativo di uscire il più presto possibile dai campi polverosi di provincia.

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