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Un ordigno è stato collocato e fatto esplodere la scorsa notte a Reggio Calabria davanti al portone di uno stabile dove è ubicata anche la casa del procuratore generale della Corte d’Appello, Salvatore di Landro.
La deflagrazione, oltre a danneggiare il portone, ha mandato in frantumi i vetri di molti appartamenti dello stabile. L’abitazione del procuratore Di Landro si trova in Via Rosselli, nei pressi del parco Caserta della città dello stretto. Lo scorso gennaio una bomba era stata fatta esplodere davanti al portone dell’ufficio della Procura Generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria. L’attentato fatto la scorsa notte contro la casa del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, non rappresenta la prima intimidazione che viene compiuta contro il magistrato. Nello scorso mese di giugno persone non identificate sabotarono l’automobile di servizio di Di Landro, allentando i bulloni di una ruota. La vettura si trovava nel parcheggio del Centro direzionale, dove vengono lasciate le vetture di servizio dei magistrati della Dda e della Procura generale di Reggio Calabria. Un atto che, secondo il giudizio degli investigatori, avrebbe potuto comportare gravi conseguenze per il magistrato, oggetto anche successivamente di minacce. Contro di me, a partire dall’attentato a gennaio contro la Procura generale, c’è stata una tensione malevola e delittuosa crescente, da parte della criminalità organizzata, che si è personalizzata». Lo ha detto all’ANSA il Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, facendo riferimento alla bomba fatta esplodere la scorsa notte contro la sua abitazione. «Vogliono farmela pagare, evidentemente – ha aggiunto di Landro – per il fatto che ho sempre ed in ogni circostanza fatto il mio dovere di magistrato».

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