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di ANTONIO CORRADO
Un cardiologo che muore d’infarto. Il tragico paradosso è avvenuto giovedì sera durante una convention del Pd a Firenze, la vittima è Michele Arpaia, cardiologo 63enne originario di Grottole, ma da tanti anni residente in Toscana. Un medico che gli era vicino si è accorto che stava per morire pochi minuti dopo aver fatto il suo intervento durante la riunione del Pd, presso la sala pubblica del Parterre di piazza della Libertà. Ha solo avuto modo di dire «sono cardiopatico, chiamate un’ambulanza» e di dare ai presenti i numeri di cellulare dei familiari perchè fossero avvisati subito, poi è morto. Vani i tentativi del personale del 118 di rianimarlo. L’ambulanza è arrivata in pochi minuti. Arpaia, era sposato e padre di due figli, abitava da anni a San Casciano Val di Pesa. Era un cardiologo ed ha potuto riconoscere i sintomi del malore. La referente di Area democratica per Firenze, Rosa Maria di Giorgi, l’ha sentito sussurrare: «Sto morendo». Arpaia univa all’attività della professione medica la passione per la politica, e giovedì sera aveva dato il suo contributo intervenendo alla riunione della corrente “Area democratica” del Pd, convocata in vista dei prossimi congressi del partito. Tra i partecipanti c’erano esponenti fiorentini della corrente, fra cui Lapo Pistelli, Eugenio Giani, Paolo Cocchi. Oltre alla politica, Michele Arpaia ha ricoperto ruoli sindacali tra i medici. E’ stato segretario regionale della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di famiglia di Toscana; poi fondatore della Scuola Quadri sindacali e dal 2000 al 2006 presidente nazionale del sindacato. Più volte consigliere dell’Ordine. Dopo l’infanzia trascorsa a Grottole, si è trasferito con la famiglia a Taranto, dove ha frequentato le scuole superiori. Poi l’università in terra Toscana, tra Firenze e Siena, dove si è laureato ed ha iniziato la sua attività di medico cardiologo in un ambulatorio associato. Tornava sempre nel suo piccolo paesino, soprattutto durante l’estate, che trascorreva a Taranto. Era tornato anche quest’anno, in agosto. Amava i suoi luoghi di origine, dove si era formata anche la sua personalità politica. Tradizionalmente comunista, Arpaia si era da poco riavvicinato all’attività politica, che coltivava più come una passione.

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