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C’è una Calabria nuova che si è messa in movimento, una Calabria che non vuole rimanere in silenzio, immobile ma che intende reagire alla volontà della ‘ndrangheta di dominare la nostra Regione: nella pubblica amministrazione, nell’economia, nei territori, nella vita politica. Emerge con forza un nuovo sentire, una consapevolezza nelle forze vive ed oneste, che sono largamente maggioritarie e che può determinare, sia pur dentro una crisi drammatica e strutturale non solo endogena, una nuova stagione che rafforzi e faccia crescere, nella nostra terra, i livelli di democrazia, di libertà e di partecipazione autentica.
E’ la Calabria dei quarantamila che hanno sfilato a Lamezia per difendere i Comuni, i Sindaci coraggiosi e gli imprenditori vessati dalla ‘ndrangheta; è la Calabria che è scesa in piazza a Crotone contro l’avvelenamento della Città e della sua popolazione; è la Calabria dei trentamila ad Amantea, che chiedeva e chiede verità sulle navi dei veleni e sull’avvelenamento dei nostri mari e dei nostri fiumi; è la Calabria del 1° Maggio a Rosarno, contro il nuovo schiavismo e per la promozione di autentiche politiche di integrazione; è la Calabria che ha manifestato a Reggio Calabria dopo l’attentato al Palazzo della Procura generale della Repubblica; è la Calabria che si è mobilitata a sostegno dell’ Amministrazione Comunale di Isola Capo Rizzuto; è la Calabria che non ha fatto mancare la sua voce e la sua vicinanza ai tanti giornalisti colpiti dalla violenza della criminalità organizzata; è la Calabria vicina alle cooperative di Libera, di don Pino Demasi, e di Goel, di monsignor Bregantini.
Momenti importanti nella nostra regione, nei quali il Sindacato Unitario Cgil, Cisl e Uil ha avuto, assieme a molti altri soggetti, un ruolo importante non solo nell’organizzazione della mobilitazione, ma per aver alimentato la discussione e indicato gli obiettivi da perseguire, nel tentativo di creare e favorire limpide alleanze; per la capacità di interloquire mettendosi in sintonia con le forze sane ed oneste della nostra regione, a partire dai giovani, dagli studenti medi ed universitari che rappresentano, ancora oggi, non in modo retorico, il futuro e la forza per la rinascita delle nostre comunità.
Come Cgil, Cisl e Uil ci muoveremo ancora una volta lungo questo percorso, per unire, per fare rete, per dare corpo ad un’ attività di liberazione della nostra terra dall’ influenza della ‘ndrangheta, non episodica e contingente, portando la nostra voce nei luoghi di lavoro, nelle nostre comunità, nel mondo della scuola e dell’università. Svilupperemo la nostra interlocuzione con la Chiesa, con le associazioni di volontariato laiche e cattoliche, con il mondo della Cooperazione, con i mezzi d’informazione, col sistema bancario, con tutte le associazioni datoriali e di rappresentanza sociale.
Coinvolgeremo, in primo luogo, le tante associazioni Antiracket ed Antiusura sorte in Calabria perché i commercianti, gli artigiani e gli imprenditori onesti non restino soli nelle mani dei loro aguzzini. Ci rivolgeremo ai Sindaci per il ruolo delicatissimo ed importante che esercitano in una regione spesso frantumata e debole come la nostra. Ma chiediamo che ognuno in questa battaglia faccia la propria parte, faccia sentire la propria voce, sia presente e lavori perché altri facciano la stessa cosa superando, spesso, stati d’animo improntati allo scoramento o alla rassegnazione, o peggio ancorati a sdegnate posizioni da primi della classe votati in eterno a dare sterili pagelle agli altri.
Ognuno faccia la propria parte, con generosità, con coraggio, con fiducia perché la Manifestazione sia di popolo e perché da questa si levino forte la condanna alla ‘ndrangheta e la solidarietà al dott. Di Landro e a tutta la Magistratura che sta concretamente operando contro le cosche.
Attraverso la Manifestazione di Reggio Calabria chiediamo un cambio netto nella politica del governo nazionale verso la Calabria. Un’ attenzione strutturale verso i problemi legati alla legalità e alla sicurezza dei nostri territori, perché questa è la condizione essenziale per lo sviluppo sociale, economico e civile, partendo dalle risposte coerenti e concrete da dare alle richieste della magistratura calabrese e avviando, vista l’eccezionalità della situazione regionale, un tavolo nazionale di pianificazione e verifica, che coinvolga tutti gli attori locali e le loro rappresentanze nazionali. Auspichiamo che la manifestazione reggina possa essere il lievito per far nascere una rete permanente di associazioni che operino quotidianamente, con spirito corale, per il superamento del sistema imposto dalla ‘ndrangheta.
Una rete che chieda ed imponga: la gestione corretta, trasparente della cosa pubblica e delle risorse finanziarie ordinarie e straordinarie; la coerenza nei partiti politici perché allontanino dalle proprie fila i soggetti collusi; il rafforzamento delle associazioni antiracket ed antiusura; una legge nazionale che rafforzi le azioni di confisca dei patrimoni illeciti delle cosche e la loro valorizzazione sociale pubblica; una nuova legislazione regionale sugli appalti; un diverso controllo e nuovi meccanismi autorizzativi nel settore del turismo, della grande distribuzione e degli accreditamenti nel socio-sanitario; una diversa politica dell’incentivazione perché siano premiate le aziende serie ed oneste, per liberare l’economia calabrese dall’infiltrazione malavitosa.
Sarà una manifestazione non di primi attori, ma di uomini e di donne protagonisti di una nuova stagione di rinascita della Calabria, accomunati da un comune sentire etico e morale, che si battono dalle loro piccoli o grandi postazioni per liberare la Calabria dalla ‘ndrangheta e dal suo sistema di potere e di alleanze, dalla sua cultura di morte e di sopraffazione.
Abbiamo perciò la necessità di raccogliere e di non disperdere tutte le energie, le volontà, le proposte e gli stimoli che stanno venendo avanti, rappresentative di una Calabria che non vuole essere né marginale né residuale ma in grado, per le sue battaglie, di indicare una strada positiva di avanzamento comune, in grado di far sentire la propria voce alla Nazione.
E’ necessario, perciò, in previsione dell’iniziativa di mobilitazione nel capoluogo reggino, avviare nell’immediato una riflessione comune tra tutti i soggetti che vi aderiscono allo scopo di definirne i contenuti, le modalità e stabilirne la data.
Sergio Genco
segretario regionale Cgil
Paolo Tramonti
segretario regionale Cisl
Roberto Castagna
segretario regionale Uil

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