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di BIAGIO TARASCO
SONO oltre un milione e 300 mila gli islamici che vivono In Italia, secondo quanto riportato nei dati dell’Ufficio centrale della Chiesa.
Anche a Matera vive una comunità di musulmani, la quale ha rispettato, come ogni anno, il mese di preghiera del Ramadan, che nel 2010 si è concluso il 10 settembre.
La fine del mese del Ramadan viene celebrata dai musulmani con la ricorrenza di Aid el Fitr.
Il Ramadan ricorda l’episodio di Mosè che trascorse quaranta giorni e quaranta notti sul Sinai, senza mangiare né bere, prima di ricevere il decalogo dal Signore.
Durante il Ramadan, mese sacro dei musulmani iniziato col primo spicchio della luna nuova, i fedeli sono invitati a cercare con i propri occhi il segno nel cielo.
La tradizione dice che è un mese sacro perché fu in un istante di una notte del Ramadan, la ventisettesima, che il Corano venne rivelato integralmente al profeta Maometto, ed è il mese quindi che appartiene a Dio.
La ricorrenza del Fitr si traduce, dopo il mese di digiuno praticato dall’alba al tramonto, nel mangiare e nel bere cibi fieramente etnici, come il cous cous o le saporite pietanze con pollo o agnello.
Cibi che è possibile reperire senza difficoltà all’estero nei supermercati francesi e persino negli alberghi di Bruxelles, dove non mancano tappetini da preghiera orientati verso la Mecca.
Quest’anno i musulmani che vivono a Matera hanno trascorso la festa del Fitr nelle singole famiglie o fra i conoscenti.
Non c’è stata infatti alcuna festa corale pubblica in strada con l’offerta alla cittadinanza dei vari dolci assortiti, caratteristici della gastronomia araba, e col tipico thè aromatico del deserto, molto gradito nelle passate edizioni dai materani.
«Il Fitr non si è realizzato in piazza a Matera – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italo-Araba, Giuseppe Clemente – perché quest’anno è mancata la presenza della Caritas e di altri organismi sociali, per collaborare al coordinamento delle famiglie straniere, non solo sul piano operativo della ricorrenza ma anche per la promozione della conoscenza positiva dell’Islam attraverso un’informazione adeguata.
Occorre creare in città una struttura quale centro interculturale al servizio di tutti, con personale specializzato nel settore della mediazione culturale.
A Matera – ha aggiunto Clemente – abbiamo già la disponibilità di una competente mediatrice proveniente dal Centro di Torino e dirigente nel campo delle donne straniere.
A tal proposito ho fatto richiesta al Comune di Matera di una struttura idonea a scopo sociale, da attrezzare con sistemi informatici d’avanguardia con servizio satellitare per la conoscenza e la diffusione della lingua italiana nelle comunità straniere.
Una struttura simile è attiva nel ricco sultanato dell’Oman, dove è presente un servizio di lingua e cultura italiana curato da un’insegnante d’italiano».

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