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POTENZA – «Sul corpo di Elisa Claps c’era del dna estraneo a Elisa che non è mai stato analizzato». Ne è sicura Giuliana Scarpetta, il legale della famiglia Claps che commenta la richiesta di un nuovo incidente probatorio avanzata dalla Procura nell’ambito delle indagini sull’omicidio della ragazza. «Il professor Pascali ha analizzato il dna presente su un materasso che niente aveva a che vedere con la scena del delitto. Il dna presente sui capelli, sulle formazioni pilifere sul pube e sullo slip, sul reggiseno, sui jeans, sulla maglietta non è stato analizzato. E questo perchè è stato ritenuto insufficiente. Ma oggi esistono strumentazioni in grado di fare rilievi su particelle fino a centro volte più piccole di quelle prese in considerazione con le attrezzature usate da Pascali». Il dubbio: perchè un genetista esperto come Pascali avrebbe trascurato esami fondamentali alla indagine? «Forse – spiega Scarpetta – è un luminare del riconoscimento e disconoscimento di paternità, ma non ha strumentazioni adatte al caso. Però, avrebbe potuto e dovuto dirlo prima». Così, a questo punto, la perizia sul Dna va «rifatta». Anzi, «per dire le cose come stanno – si corregge il legale – la perizia va finalmente fatta. Quando ho avuto la possibilità di leggerla – continua – ho commentato subito che era assolutamente incompleta: su nove reperti ne erano stati analizzati solo 4. Perciò si parla di arbitrarietà».
«In ogni caso, ribadisco ancora una volta che il quadro indiziario che portava a Danilo Restivo è ormai un quadro probatorio. I pm – continua il legale – hanno voluto ulteriori accertamenti per amore della verità, e quindi si andrà fino in fondo, ma non ce ne sarebbe neppure bisogno». Gli elementi che l’accusa ritiene di avere come prova sono, ha elencato la Scarpetta, «la circostanza che i capelli di Elisa siano stati tagliati dal suo assassino; il fatto che Restivo abbia rilasciato dichiarazioni mendaci, e che due sentenze nelle motivazioni, dicano che mentiva perchè responsabile della scomparsa; il fatto che abbia mandato una e-mail dal Brasile, fingendosi Elisa. A noi, lo ripeto perchè sia chiaro, non serve altro».

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