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ACCADE proprio come quasi sette anni fa, quando una realtà cittadina (il Potenza Fc di Piervito Bardi) era in decadenza, e un’altra (l’Asc Potenza di Pasquale Capobianco) cercava la gloria. Finì come tutti sappiamo, ossia con l’inevitabile cancellazione della prima e l’emersione della seconda fino ai giorni nostri.
Accade proprio come allora, quando quella che sulla carta viene intesa come la prima squadra rappresentante il capoluogo vive il suo periodo storico-sportivo peggiore, e quell’altra invece veleggia in testa alla classifica del campionato di Promozione facendosi bella con quattro vittorie in altrettante partite.
Domenica nel debutto al Viviani, a seguire la partita della squadra del presidente Pasquale Capobianco (sì, proprio lui: ma vuoi vedere che il pallone costui lo sa fare?) c’erano un paio di centinaio di persone.
Anche sette anni fa si cominciò così, poi i numeri (e i risultati) gli diedero ragione e le gerarchie cittadine inevitabilmente cambiarono.
Certo, allo stato attuale non ci vuole molto per credere che il Potenza di Postiglione esista davvero per pochi, ma non bisogna sottacere l’importanza del lavoro che si sta svolgendo a livello tecnico e dirigenziale.
Lode al merito di un allenatore silenzioso, un gran lavoratore, Dino Telesca. Lodi anche alla programmazione gestionale che impone, visti i costi comunque elevati e lo spirito assolutamente volontaristico che spinge qualcuno a metterci soldi e faccia, di non fare il passo più lungo della gamba.
Costi contenuti e scelte oculate: un buon progetto, non c’è che dire, che di qui a poco potrebbe coinvolgere anche altra gente. Altri spomnsor che potrebbero consentire a una squadra già competitiva, di fare il fatidico salto di qualità per far dimenticare il calcio (bistrattato) del capoluogo.
E’ questione di ore e anche i promotori dell’iniziativa “Il Mio Potenza” potrebbero uscire allo scoperto per garantire una mano alla compagine di Capobianco. Un po’ come dire che c’è anche un Potenza che vince e che vale la pena assecondare.

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