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Diciotto persone, sono state arrestate dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza Di Catanzaro, perchè accusate di truffa aggravata ai danni dello Stato, riciclaggio ed impiego di capitali in attività illecite. In particolare avrebbero conseguito illecitamente finanziamenti, previsti dalla «Legge Sabatini», destinati all’agricoltura, per un importo complessivo pari a 9 milioni di euro.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, avrebbe dimostrato, con la complicità di un cancelliere del locale Tribunale, l’apposizione di sigilli e targhette su macchinari agricoli o industriali oggetto del finanziamento, dichiarati nuovi, ma in realtà risultati usati o inesistenti. L’operazione ha interessato tutte le province calabresi e quella di Salerno.
La guardia di finanza ha proceduto anche al sequestro di beni mobili e immobili, tra i quali un fabbricato ed hanno anche notificato tre misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal procuratore di Lamezia terme, Salvatore Vitello, dal comandante provinciale della guardia di finanza di Catanzaro, Salvatore Tatta e dal comandante del Nucleo di polizia tributaria, Fabio Canziani.
Nove delle 18 persone arrestate sono state poste agli arresti domiciliari. Agli arrestati viene contestato anche di avere creato un’associazione per delinquere operante nel lametino che ha presentato domande di finanziamento completamente false, inducendo in errore sei istituti bancari che hanno istruito le pratiche di finanziamento a carico dello Stato e erogato dalla Regione per un importo di circa 9 milioni di euro. Secondo l’accusa, tutto il meccanismo ruotava intorno all’imprenditore Vincenzo Maurizio Meraglia, che avvalendosi della sua società di pratiche di finanziamento, la Creinves, ha istruito le pratiche di finanziamento per l’acquisto di mezzi agricoli nuovi. L’organizzazione, per portare a compimento le truffe, si è avvalsa della complicità del cancelliere del Tribunale di Lamezia Terme, Antonella Priolo, posta ai domiciliari. La cancelliera, secondo l’accusa, ha redatto più di 50 verbali falsi in cui si attestava falsamente l’avvenuta compravendita dei mezzi. I guadagni, secondo quanto emerso dalle indagini, iniziate nel 2008, finivano prevalentemente su conti riconducibili a Meraglia. Una di queste società aveva un conto su una banca di Barcellona (Spagna), intestata, secondo l’accusa, ad un prestanome dell’imprenditore. Le indagini proseguono per verificare se alcuni degli indagati possano essere coinvolti in episodi di usura.

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