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di MARIA ANNA FLUMERO
“TE lo giuro, caro figlio: appena potrò, appena dimenticherò il mio dolore, penserò soltanto a te, e presto avrai una coperta di carezze tutta per te”. Ecco uno dei tanti passaggi travolgenti che si trovano in “Non dire madre” (edizione Hacca) della scrittrice materana Dora Albanese. Albanese, lo scorso 8 ottobre ha vinto il Premio Letterario Basilicata, sezione autore lucano. Per i nostri lettori l’abbiamo contattata, siamo entrati nella sua vita romana.
Che emozione dà vincere un premio letterario lucano, vivendo fuori e al primo libro pubblicato?
«Sicuramente è per me grande motivo di orgoglio. Essere “riconosciuti” dalla propria “terra” è sempre una cosa che porta grande soddisfazione».
Come le è giunta la notizia?
«Una serie di telefonate di complimenti di persone che avevano appreso la notizia dalla tv. Stavo passeggiando per San Giovanni in Laterano, a Roma, e ricordo di aver urlato di gioia, nonostante fossi sola».
Non dire Madre, un romanzo in cui il tema della maternità e della femminilità è ossessivamente indagato e sviscerato con franchezza, senza indulgenze. A chi dedica questo prestigioso riconoscimento?
«Sicuramente a mia madre e a mio padre, per come mi hanno cresciuta, e per il loro infinito amore».
Un bilancio sulle diverse presentazioni, in particolare quella al Festival Internazionale di letteratura di Berlino in cui ha rappresentato l’Italia (dopo che al festival di Mantova -sezione scritture giovani)?
«Ho parlato del mio libro e di un altro racconto scritto apposta per il festival, tradotto in inglese e tedesco. Sono soddisfatta, e credo che adesso questa bella “storia d’amore” possa terminare, nel senso che, con il Festival di Berlino, il Premio Basilicata, e tanti altri bei riconoscimenti, come anche l’invito per il mese di febbraio a parlare della mia scrittura all’Università Cattolica di Milano, credo di aver ottenuto davvero tanto, e che sia giunta l’ora di pensare al mio nuovo romanzo».
Da scrittrice e madre quale il suo pensiero per la drammatica storia di Sarah, la ragazza di Avetrana?
«Come scrittrice, rifletto sulla “banalità del male” per citare Hannah Arendt e sulla viltà e mediocrità dell’essere umano. Come madre invece provo una infinita rabbia e dolore».
Quali i progetti letterari per il 2011?
«Mi sto dedicando alla scrittura del mio nuovo romanzo, un libro che vedrà ancora una volta come protagonista una donna-madre costretta a fare scelte di vita molto dolorose che coinvolgeranno tutta la famiglia».
Dora Albanese è nata a Matera nell’85. Si trasferisce a Roma nel 2004 dove studia Antropologia. Scrive articoli e racconti su quotidiani e riviste cartacee e on line. Nel 2009 è uscito il suo primo libro di racconti Non dire madre, il libro è stato recensito favorevolmente da quotidiani importanti come il Corriere della sera, Messaggero, Il Riformista, e da riviste come Vanity fair, Grazia, Cosmopolitan e trasmissioni radiofoniche come Fahrenheit di Radio Rai 3 e trasmissioni televisive di carattere nazionale.

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