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di ALESSIA GIAMMARIA Il capoluogo di regione, recupera ben 14 posizioni, e si piazza al ventiseiesimo posto – lo scorso anno era a quota 40 – nella classifica finale di “Ecosistema urbano”, l’annuale ricerca di Legambiente, realizzata con la collaborazione de “Il sole 24 ore”.
Potenza quindi migliora ma non tanto per meriti propri, quanto per demeriti altrui. Analizzando, infatti, i singoli dati dei 25 indicatori di qualità ambientale, risulta che nel capoluogo – se si escludono la qualità dell’aria, la depurazione delle acque e la raccolta differenziata – la situazione non è proprio incoraggiante per quanto riguarda la qualità della vita.
Di sicuro la città non è a “rischio ozono” e questo vale un quattordicesimo posto in classifica.
Un dato confermato dal fatto che, per quanto riguarda la presenza di polveri sottili, le misurazioni annuali si attestano su un 18,4 che fa sì che Potenza si piazzi al secondo posto. Secondo posto anche per quanto riguarda la presenza nell’aria di biossido di azoto.
I potentini sono anche molto attenti al consumo idrico pro capite: nessuno sperpero d’acqua e un bel dodicesimo posto in classifica. Buono il dato che riguarda la depurazione, che si aggira sul 96 per cento e che equivale a un trentaseiesimo posto in classifica. Buono anche il piazzamento – quarto posto – in materia di politiche energetiche. Un dato che si basa più sul risparmio da parte dei cittadini – Potenza si aggiudica la medaglia di bronzo dopo Campobasso e Matera – che sul numero di pannelli solari installati sugli edifici comunali (la città si piazza all’ultimo posto), o di impianti fotovoltaici (cinquataseiesimo posto).
Migliora la situazione per quanto attiene la produzione di rifiuti – medaglia di bronzo – e la raccolta differenziata. In quest’ultimo caso, pur piazzandosi al settantacinquesimo posto in classifica, nel capoluogo si raggiunge il 21 per cento. Il trend di miglioramento annuale, però, «appare troppo lento – ha spiegato Marco De Biase, presidente regionale di Legambiente – per consentire di raggiungere in tempi brevi le percentuali di raccolta differenziata previste dalla normativa nazionale».
Le vere note dolenti riguardano i trasporti, il verde pubblico, la presenza di piste ciclabili, isole pedonali e Zone a traffico limitato.
Troppe le auto in circolazione. Potenza si piazza al novantaseiesimo posto per numero di vetture circolanti. Lo stesso numero che si registra a Roma, con la differenza che il capoluogo di regione ha un popolazione decisamente inferiore a quella che ha la capitale.
Continua a essere veramente drammatica la situazione del trasporto pubblico, «con il triste dato – ha aggiunto De Biase – di 21 viaggi abitanti per anno». Tradotto: un potentino prende l’autobus poco più di una volta al mese.
«Un dato che indica chiaramente come gli autobus in città sono sconosciuti alla gran parte dei cittadini». Il capoluogo si piazza all’ottantaseiesimo posto per quanto rigurada la mobilità sostenibile.
Solo lo 0,08 della superfice stradale è, in città, isola pedonale. In pratica eccetto via Pretoria e qualche parco cittadino, le macchine circolano ovunque. Nel capoluogo sono totalmente assenti le piste ciclabili. Una dato questo che vale un novantaduesimo posto in classifica. Peggio solo quelle città che non hanno proprio fatto pervenire alcun dato.
Per De Biase «la priorità assoluta è quindi trasferire quote significative di mobilità dal mezzo privato al mezzo pubblico, attraverso la realizzazione di serie politiche della mobilità, rivedendo profondamente il piano traffico, impedendo l’accesso alla città agli autobus extraurbani. Sono inutili gli interventi sulla mobilità tutti incentrati sull’aumento dell’offerta di infrastrutture viarie e di servizi. L’unico modo per risolvere il problema è ridurre drasticamente il numero di auto in circolazione».
Ogni potentino ha poi a disposizione poco più di 7 metri quadri di verde. Non a caso Potenza si piazza al novantaquattresimo posto per quanto riguarda le aree verdi sul totale della superficie comunale.

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