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Un centinaio di dipendenti dei laboratori di analisi e degli ambulatori specialistici privati accreditati di Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza potrebbero essere licenziati ‘a causa del mancato accordo tra Regione e Asp da una parte e le strutture accreditate. A dirlo sono stati alcuni dei titolari dei laboratori che oggi, a Vibo Valentia, hanno incontrato i giornalisti.
L’accordo, è stato detto, e’ stato siglato perché “obbliga gli utenti a pagare non più il ticket bensì il costo della prestazione. Fino ad ora – è stato aggiunto – laboratori e strutture stanno venendo incontro agli interessati con prezzi ‘sociali’, e cioè scontati. Ma fino a quando?”.
Vito Rosano, Sergio Pacetti, Giuseppe Mangialavori, Tonino La Gamba e Onofrio Riga, in rappresentanza anche dei loro colleghi, hanno affermato di avere preso la decisione dei licenziamenti “a malincuore ma, allo stato delle cose, è inevitabile”.
I motivi del mancato accordo sono stati illustrati da Francesco Bilotta, presidente di Asa Calabria, l’Associazione delle strutture accreditate.
“La somma assegnata per ogni cittadino della provincia di Reggio – ha detto – è di 63 euro, per Crotone 51, per Cosenza 27, per Catanzaro 13, per Vibo addirittura 11 euro. Né sono accettabili le spiegazioni del dipartimento della Salute che scaricano la responsabilità sulle non congrue comunicazioni delle varie Asp. Non è pensabile, avendo uguale popolazione, che a Vibo sia data una somma pro capite pari a un quinto di quella di Crotone”.
“Solo a ottobre – ha aggiunto Bilotta – ci hanno proposto il contratto relativo al 2010, con un budget che copre i costi solo fino a giugno. Però per legge noi siamo tenuti ad assicurare le prestazioni tutto l’anno. Un evidente paradosso. La Regione ha voluto trovare un capro espiatorio per poter dire che sta agendo per la riduzione del debito. È certo invece che la sanità accreditata pesa meno di un punto percentuale sul bilancio sanitario regionale, gli sprechi come è accertato sono tutti nel settore pubblico. C’è di più, e di più grave ancora. Il contratto conteneva una clausola inaccettabile, anche perché retroattiva: firmando ci s’impegnava a rinunciare ad ogni contenzioso avviato con le Asp e a non promuoverne per il futuro’.
“Come Asa – ha concluso Bilotta – abbiamo incontrato il governatore il quale ci ha ribadito l’impegno a portare questo problema all’imminente incontro al tavolo romano, rivedendo naturalmente anche la ripartizione dei fondi. È chiaro, comunque che firmeremo l’accordo solo se ci saranno i richiesti e perequativi miglioramenti e solo in presenza di assicurazioni formali, messe nero su bianco”.

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