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Il giallo dei 12 pazienti dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra D’Aiello (Cs) scomparsi dalla struttura si complica, perchè dalla comparazione tra il Dna dei congiunti degli ex degenti che avevano denunciato la sparizione e quello delle salme, la cui riesumazione era stata disposta dal procuratore di Paola, Bruno Giordano, è risultata negativa e dunque le salme riesumate non appartengono ai pazienti scomparsi dalla struttura di Serra d’Aiello.
Gli esperti del Ris dei carabinieri e gli specialisti dell’Università di Catanzaro, che hanno agito su incarico della Procura di Paola, hanno riesumato circa 60 salme ma per nessuna è stato trovato un riscontro positivo.
U mistero che ora riparte dall’interrogativo legato alla sorte dei dodici pazienti spariti nel nulla, e si esclude che i pazienti possano essersi allontanati volontariamente dato che, molti di loro, avevano serie difficoltà a deambulare. L’ipotesi più attendibile invece, è quella di decessi sopravvenuti a causa di una scarsa sorveglianza esercitata all’interno della struttura.
L’istituto Papa Giovanni XXIII è al centro di un’inchiesta su truffe milionarie compiute dal sacerdote, Don Alfredo Luberto, condannato a sette anni. La struttura era stata sgomberata nel 2009 e i pazienti trasferiti in altre cliniche della provincia di Cosenza.

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